Il presidente della Figc: “Penso che in due mesi, anche iniziando a maggio, si possano portare a termine campionati e coppe europee”
Il Coronavirus ha costretto il mondo del calcio a fare i conti col proprio anno zero. Niente come questa tremenda emergenza sanitaria ha reso fragile un sistema che, per certi aspetti, si è sempre creduto superiore alle regole. Cosa accadrà nel breve periodo a campionato, coppe ed Euro 2020? A tutto questo ha provato a dare una spiegazione Gabriele Gravina, presidente della Figc: “Lo decidiamo martedì. Ma una constatazione s’impone. L’evoluzione dell’epidemia traccia un percorso chiaro. Siamo tutti coinvolti allo stesso modo. Nessuno può più pensare che questo sia un problema italiano. Il nostro Paese è solo due settimane avanti rispetto al resto d’Europa. Tutti dobbiamo mettere prima la salute e poi far prevalere il buon senso. E il buon senso dice che difendere un solo grande evento europeo, programmato per giugno, sarebbe un errore strategico“.
“Salvare il campionato? Io mi accontenterei di salvare la salute di tutti gli uomini di sport, anzitutto. Poi ho fiducia di salvare anche i campionati – ha detto al Corriere dello Sport -. Abbiamo una dead line ed è il 30 giugno. Scadono contratti, assicurazioni, licenze. Finisce l’anno calcistico. Andare oltre significa introdurre modifiche regolamentari del tutto eccezionali. Penso che in due mesi, anche iniziando a maggio, si possa portare tutto a termine“.
Nella sua lunga intervista Gravina ha anche modo di fare un passaggio sull’Atalanta: “L’Atalanta rappresenta un modello che, poi, è il mio e del mio Castel di Sangro. È la provincia ben gestita che ha dato anche a me la possibilità di emergere nel salotto buono del calcio. Per l’equilibrio finanziario, la qualità del gioco, la cura del vivaio, la valorizzazione del risultato sportivo. È una miscela straordinaria. Tutti abbiamo tifato per l’Atalanta, giorni fa in Champions. Tutti dovremmo un po’ imparare da questa realtà“.