Il presidente della FIGC: “L’aspetto economico è secondario rispetto a quello sociale ma è inutile negare il deficit che può derivare dal blocco del campionato, parliamo di 700 milioni di euro”
Le date della ripresa e della fine del campionato, ma anche la sostenibilità del mondo del calcio: sono tanti i problemi che si sta trovando a gestire il presidente della FIGC,Gabriele Gravina. Il numero uno ha provato a fare chiarezza sui temi più scottanti: “Abbiamo iniziato a mettere giù un calendario che vada dal 3 maggio al 30 giugno. Probabilmente avremo bisogno di qualche giorno a luglio e per questo ci siamo già rivolti alle autorità del nostro paese e alle autorità calcistiche internazionali. La deadline ideale è il 30 giugno, ma in via del tutto straordinaria si potrebbe arrivare anche al 30 Luglio“.
“L’ipotesi di non terminare i campionati non è mai stata presa in considerazione perché togliendo la speranza dei nostri tifosi toglieremmo la speranza di ripartenza. Sarebbe un messaggio negativo– ha detto a Telelombardia -. Sono attento alle dinamiche sportive, economiche e sociali e mi accompagna un ottimismo. Lo sport e il calcio sono elementi che rappresentano un barlume di speranza e di ripresa. Dovremo essere convinti di partire il 3 maggio. Se non potremo lo faremo settimane più avanti, ma dobbiamo finire i campionati. L’aspetto economico è secondario rispetto a quello sociale ma o inutile negare il deficit che può derivare dal blocco del campionato, parliamo di 700 milioni di euro“.