Il giocatore che ha vestito la maglia dell’Atalanta tra il 1992 e il 1996 rivolge una parola di vicinanza ia bergamaschi colpiti duramente da Coronavirus
Paolo Montero, oggi tecnico della Sambenedettese dopo 114 presenze e 4 reti con la maglia nerazzurra tra il 1992 e il 1996, sui social rossoblù si è lasciato andare a parole di tristezza per l’emergenza Coronavirus che sta colpendo tutto il mondo e ha espresso vicinanza a Bergamo: “Per fortuna un mese e mezzo fa è arrivata la mia famiglia ed ora sono chiuso in casa con loro. Sono dispiaciuto per quanto sta accadendo, soprattutto a Bergamo, la prima città che mi ha accolto come un figlio. Quello che si vede nei telegiornali è molto triste. Faccio fatica a pensare che stiamo riflettendo sulle date della ripresa del campionato, anche se mi rendo conto che è ovvio che ci siano interessi economici nel calcio”.
A MAGGIO NON SI GIOCA. “Io sono uscito solo due volte per andare al supermercato, ora faccio tutto online. Bisogna adattarsi: è un momento critico. Siamo tutti preoccupati perché la situazione è molto grave. Bisogna fare questo sforzo, come in Cina. Purtroppo è arrivato anche in Uruguay, ma stiamo chiudendo tutto subito anche lì. Se dovesse toccarci come in Italia, sarebbe durissima. Non ci credo che si tornerà a giocare per gli inizi di maggio. Ancora deve arrivare il picco più alto. L’Italia è sempre stato il paese numero uno in beneficenza, gli italiani non sono mai cambiati: sono generosi, così come lo sono i calciatori. Ma ora gli eroi sono gli infermieri, i medici, il lavoro che stanno facendo mi lascia senza parole”.