“Meglio un accordo tra società e giocatori a emergenza finita”: l’avvocato esperto di diritto sportivo Mattia Grassani spiega il tema del taglio agli stipendi
Ai microfoni de La Gazzetta dello Sport parla Mattia Grassani, avvocato esperto di diritto sportivo. Il tema affrontato è quello del taglio degli stipendi ai calciatori a causa dell’emergenza Coronavirus. “In linea di principio se ne può parlare, dal momento in cui ogni club ha dovuto smettere l’attività sul campo”, si legge. “Il lavoro non viene svolto per impossibilità di prestazione, quindi la decurtazione dello stipendio diventerà un tema centrale nelle prossime settimane, anche perché ci sono società in Serie B e Serie C in grande sofferenza”.
“In ogni caso – continua Grassani – quando ripartirà il campionato sarà ancora stagione 2019/2020 e il contratto ripartirà, così come la retribuzione, che dovrà essere completamente corrisposta. Il dibattito riguarda le mensilità del periodo di inattività. Ci sono più scuole di pensiero, meglio un accorto fatto a emergenza terminata, non essendoci certezze ad oggi”.
“Mi serba difficile concludere qualcosa entro il 30 giugno, ma se la UEFA sposterà le competizioni europee bisognerà sfruttare quella fascia per finire il campionato anche in piena estate”.
“L’obiettivo delle istituzioni è far ripartire il calcio quando l’Italia ripartirà. I giocatori vanno tenuti vicini alle società, anche grazie a strumenti per stare a casa e tenersi in forma, contemporaneamente. Siamo uno dei paesi più colpiti, è vero, ma non siamo gli unici, quindi i giocatori che sono scappati dovranno fare una quarantena ulteriore quando rientreranno in Italia”.
Su zu taia taia
Minimo
Qui si vedrà il vero attaccamento alla maglia…. Spero in bene…
Non credo che moriranno di fame come tanti operai, adoro il calcio,ma credo che la barca è di tutti e la stessa anche per loro
Se ce da tagliare si tagli.
Se la barca sta affondando si deve remare tutti per arrivare in porto