L’ex tecnico della Fiorentina analizza l’attuale momento calcistico e non ha fiducia in una rapida ripresa dei campionati
“La situazione attuale farebbe ridere se non fosse terribile”. Inizia così l’intervista che Aldo Agroppi ha rilasciato a Calciofere.it. “Da una parte le società che premono per tornare ad allenarsi e poi riprendere il campionato, dall’altra il reale stato delle cose, cioè che non si giocherà più. Impensabile poter pensare di tornare in campo: il giorno in cui diranno che si torna a fare allenamenti e poi si va a giocare negli stadi, nessuno si fiderà ad uscire, giocatori compresi dopo che alcuni di loro si sono ammalati. È impensabile, poi, rimettere insieme le squadre in poco tempo, facendo rientrare i calciatori che sono andati via, che sono tornati nei loro Paesi, riunirli e fare una preparazione di almeno venti, venticinque giorni”.
SUGLI ASPETTI ECONOMICI. “Ormai ci troviamo di fronte ad interessi economici altissimi che hanno trasformato in semplici affari quello che era un gioco. Partite su partite, vendute in tv, sponsor e spese folli. Basti pensare che ci sono presidenti che pagano tantissimo degli allenatori che non valgono quelle cifre; quando poi sono i giocatori che fanno vincere le partite, che fanno incassi e salvano i bilanci”.
SU UN POSSIBILI INTERVENTO DEL GOVERNO. “Quando le società chiedono aiuto al Governo per salvare le società, gridando ‘non ce la facciamo a pagare’, non si rendono conto che sono proprio loro ad aver creato queste situazioni. Ci vorrebbe una gestione economica più oculata, ingaggi più bassi e una rosa meno vasta. Ci sono troppi giocatori, fai una squadra per vincere la Champions, il campionato, la Coppa Italia e anche i tornei estivi, ma poi esci al primo turno. A cosa ti servono 30 calciatori? Lo spogliatoio è un ambiente particolare che non ha bisogno di affollamento. Quando ho allenato la Fiorentina e siamo arrivati in Uefa è stato l’anno più bello della mia carriera ed eravamo io e il mio secondo”.