La sciatrice bergamasca ha rilasciato un’intervista esclusiva a La Gazzetta dello Sport, dove ha parlato di diversi temi
Di seguito un estratto delle parole di Sofia Goggia a La Gazzetta dello Sport: “Ho la mia casa, vivo da sola, sono sollevata di non rischiare di portare il virus ai miei genitori. Da qualche giorno non suonano nemmeno le campane a morto. Quando è scoppiato tutto, io ero al mare, sono tornata con la quarantena appena cominciata, c’era come una coltre di gelo, di paura, per le strade. Un silenzio rotto solo dalle sirene delle ambulanze che sfrecciavano, dalle campane della chiesa di Ponteranica che suonavano a lutto. Agghiacciante. Ho visto una dignità commovente. Noi bergamaschi non facciamo tante storie. Non ci lamentiamo, se c’è da lavorare lo facciamo in silenzio; se c’è da soffrire, lo stesso. Sento molto questa cosa, la vedo anche in Michela Moioli“.
NUOVI RITMI. “Possiamo dedicarci del tempo per rallentare, per tornare a ritmi di vita più semplici, senza essere sempre con l’acqua alla gola“.
LA SUA STAGIONE. “Il braccio va bene. Per me è stata una stagione difficile, non stavo bene a livello personale. Dopo quattro anni a duecento all’ora mi sono fermata e mi si delinea con chiarezza quale sarà il percorso. Dovrò ripartire dal lavoro tecnico, voglio costruire un percorso di solidità. I tasselli andranno tutti a posto, il primo è che devi mettere a posto te stessa. Non mi sono mai concessa un riposo vero, con questa pausa forzata sto tornando a ringraziare di più per le cose semplici, sapevo che dovevo farlo anche prima, ma dentro di me era come se non ci riuscissi più“.
Bravissima ?
Forza Bergamo, mai mola. ?❤
UNA di NOI