Il presidente della Uefa: “Nessuno sa quando la pandemia finirà. Abbiamo tre piani, ma se non si parte per giugno la stagione è persa”
Tanto si è detto di quanto l’andata degli ottavi di finale di Champions League tra Atalanta e Valencia abbia influito nella diffusione del coronavirus tra i tifosi e gli staff di nerazzurri e spagnoli. Sul tema il presidente della Uefa, Aleksander Ceferin ha voluto fare chiarezza “Quando c’è stata Valencia-Atalanta, si giocava ancora dappertutto in Europa. Era a porte chiuse e sui tifosi radunati davanti allo stadio la giurisdizione era delle autorità spagnole. Ho sentito anche una critica idiota per l’andata a Milano. Il 19 febbraio nessuno sapeva che la Lombardia sarebbe stata il centro dell’epidemia. Chi eravamo per dire non si gioca? Ci sono autorità preposte“.
Raggiunto dai colleghi di Repubblica, il numero uno del casco europeo ha parlato anche del momento globale del football: “In questo momento drammatico la cosa più importante è la salute, uscire da questa crisi. Certo, il calcio interrotto simboleggia che l’Europa e il mondo si sono fermati. Nessuno sa quando la pandemia finirà. Abbiamo il piano A, B o C: siamo in contatto con le leghe, con i club, c’è un gruppo di lavoro. Dobbiamo aspettare, come ogni altro settore. Non sapendo quando finirà la pandemia, non possiamo avere un piano definitivo. Per ora ne abbiamo diversi. Vorremmo ricominciare a giocare a metà maggio, a giugno o anche alla fine di giugno. Se non ci riusciamo, probabilmente la stagione è persa. C’è anche la proposta di finire questa stagione all’inizio della prossima, che comincerebbe un po’ più tardi. Vedremo la migliore soluzione per leghe e club“.
Speriamo che al termine dell’ epidemia per l’ alieno Ceferin ci sia un biglietto di sola andata Nyon – Slovenia. Che di danni ne ha già fatti abbastanza. Lui e la sua idea di “tutela degli investimenti” e “qualificazioni alla Champions SLEGATE dai campionati”. In pratica, la Champions ad inviti.