L’ex allenatore, che oggi compie 74 anni, sull’emergenza coronavirus: “Difficile pensare alla ripartenza dei campionati, ma oggi ci sarebbe tanto bisogno di sport”
Oggi compie gli anni un autentico mito del calcio italiano, Arrigo Sacchi. Il tecnico di Fusignano spegne 74 candeline e dalla sua casa in provincia di Ravenna continua a seguire le vicende del calcio di oggi che deve fare i cinti con la (possibile) ripartenza dopo lo stop per l’espulsione dell’emergenza coronavirus: “Non riesco a pensarci. La testa va alla gente che muore, ai telegiornali sul Coronavirus. Eppure, prostrati come siamo, avremmo così bisogno di sport. L’attività stimola endorfina e serotonina. Ci tirerebbe un po’ su il morale“.
Raggiunto dai colleghi de La Gazzetta dello Sport, Sacchi fa un passaggio sul modello Atalanta e su come i nerazzurri sono passati dall’essere una provinciale a una squadra di livello europeo: “Come prima cosa serve un ambiente in cui i giocatori sentano l’orgoglio e l’appartenenza che li spinga a dare sempre il massimo. L’Atalanta non aveva fuoriclasse, ma lo sono diventati in un ambiente virtuoso. Chi era discreto è diventato buono, chi era buono, ottimo. I valori valgono più dei campioni“.
Sono del 1964, atalantino.
Quest’uomo ha cambiato il calcio in Italia. Guardate le nostre squadre di club prima e dopo Sacchi.
Non dite “grazie, aveva i 3 olandesi” perché la Juve del Trap (altro grande del calcio italiano) aveva i campioni del mondo più i 2 giocatori europei più forti (Boniek e Platini), ma il bel calcio di Sacchi non lo fecero mai.
Il calcio del Milan di Sacchi lo rivedo nell’Atalanta del Gasp ed è una grande soddisfazione per tutti i bergamaschi .
Straordineria, detta con un poco di aroganza da Panuzzi che girava con la Porss!
ahhaha…grande arighe