L’ex Atalanta ricorda il compagno e grande amico nerazzurro scomparso nella mattinata del 2 aprile a causa del Coronavirus
Nello Malizia, portiere dell’Atalanta tra il 1984 e il 1988 e poi preparatore dei portieri nerazzurri tra il 1992 e il 2009, ricorda con affetto e nostalgia l’amico Zaccaria Cometti, portiere e preparatore come lui, portato via giovedì mattina da quel Coronavirus che ha strappato troppi cari alla bergamasca: “Mi ricordo l’impatto con Zachi fu subito ottimo. Così, questione di pelle. Non saprei dire perché, però la prima cosa che pensai trovandomelo di fronte fu “questa è una persona buona”, svela Malizia a L’Eco di Bergamo.
CRESCIUTO. “Io avevo 34 anni e titolare giocava Piotti, ed era giusto così perché Ottorino lo meritava davvero. In quegli anni fece cose straordinarie. Io però mi divertivo a pizzicare Zachi:”Che fai, gli dicevo, tiri sempre la volata a Piotti?”. Lui era il primo a riderci sopra. Battute a parte, lavorare con lui quotidianamente mi aiutò a crescere tanto, sotto il profilo umano e professionale. Poi intendiamoci, uno a trent’anni e passa non è che cambia. E magari a livello inconscio oppone anche un minimo di resistenza di fronte a quelle che possono essere le novità”.
MI HA MIGLIORATO. “Le mie caratteristiche quelle erano e quelle sono rimaste. Ero impostato così. Ad esempio, io ero uno che usciva sempre e comunque. Non avevo la percezione del pericolo. Lui cercò di rendermi più razionale, era un preparatore intelligente, sapeva dove andare a toccare e dove no. Dove mi aiutò a migliorare ancora tanto fu invece a livello fisico e atletico. Ma soprattutto ti dava serenità, tu sapevi che in quell’ambiente potevi giocare o non giocare, ma saresti stato bene”.
PREPARATORE COME LUI. Nell’estate del 1992 gli chiesero di subentrare proprio a Cometti nella preparazione dei portieri: “E ci pensai parecchio ad accettare quel posto che la società mi aveva offerto quando arrivò ad allenare Marcello Lippi. Ero perplesso, non volevo prendere il posto di Zachi. Ma lui già da qualche tempo, e soprattutto nell’ultimo anno, aveva accusato qualche problema fisico, così si arrivò all’avvicendamento. Senza che questo scalfisse il nostro rapporto”.