L’ex portiere di una stagione e mezza di A e due di B a cavallo dei due secoli ha interpretato i desideri dei bergamaschi: “Gente abituata a lavorare e conquistarsi i traguardi sul campo”
“Lo scudetto come simpatia e come simbolo l’Atalanta se lo meriterebbe”. Premessa necessaria. Ma c’è un ‘però’: “Conosco i bergamaschi e il loro carattere. Niente regali, vogliono lavorare per conquistarsi i premi sul campo”. Nella video-intervista chat di CalcioAtalanta, Alberto Fontana detto “Jimmy”, portiere nerazzurro dal 1997 al gennaio 2001, ha creduto così d’interpretare il sentimento degli sportivi di casa nostra circa la telenovela a puntate del titolo onorario da assegnare alla Dea nel caso il campionato non dovesse sopravvivere al lockdown. Siete d’accordo, voi tifosi, con le parole dell’uomo di Cervia che saltava da un palo all’altro senza paura?
FONTANA E GLI ATALANTINI. “Sono cresciuto a Cesena e quindi so calarmi bene nella realtà delle piccole città del calcio italiano: so che a Bergamo la Dea è l’unica religione – ha spiegato Fontana -. Gli atalantini sono quelli che sono capaci di scendere in piazza a decine di migliaia per festeggiare il ritorno in serie A, come con noi nel 2000″.
FONTANA E IL LOCKDOWN. “Non invidio chi dovrà prendere le decisioni del caso sul proseguimento della stagione o meno, ma serve il consenso di tutte le componenti, calciatori compresi – chiosa ‘Jimmy’ sul lockdown -. A Bergamo gli atalantini vivono del contatto con la squadra, quindi riprendere a porte chiuse, col clima caldo ma solo dal punto di vista meteorologico, richiederà un lavoro psicologico sui giocatori da parte dell’allenatore”. L’estremo difensore cresciuto nel Cesena, 53 anni lo scorso 23 gennaio, arrivò all’Atalanta sotto Emiliano Mondonico vivendo da titolare anche due stagioni cadette con Lino Mutti e Giovanni Vavassori. In A gli soffiò il posto Ivan Pelizzoli.
Ta ghet resu gimmy
Solo sul campo ??
Ha capito tutto
il migliore insieme a ferron