L’ex calciatore dell’Atalanta analizza l’attuale momento della città e del torneo, come ripartire? Il Coronavirus ha lasciato una traccia indelebile
“Il calcio deve in qualche modo ripartire al più presto, ma potrà farlo solo quando ci saranno assoluti margini di sicurezza: anche con le porte chiuse, una squadra si sposta con 40-45 persone. Questo discorso vale per A e B, che muovono interessi economici enormi, che foraggiano anche le categorie inferiori: in C è più difficile”. Oscar Magoni parla a ‘L’Eco di Bergamo’.
SI RICOMINCIA? – “Siamo di fronte ad un’anomalia, ma democratica: tutti ripartiranno allo stesso livello, la preparazione sarà strana e i giocatori non saranno al cento per cento. Ma vale per tutti: saranno decisive le rose ampie”.
CORONAVIRUS – “Siamo di fronte a una tragedia: ho perso tanti amici e, tra l’altro, ho avuto per un periodo una febbre sospetta. I bergamaschi sono tosti: dalla sofferenza ripartiranno con forza e dignità, per ritrovare la normalità”.