L’11 aprile del 1999 quello che a breve sarebbe diventato il capitano dell’Atalanta subentrò in campo a soli 19 anni e contribuì alla vittoria
Oggi la Dea sarebbe dovuta scendere in campo contro la Samp, mentre 21 anni esatti fa, domenica 11 aprile 1999, l’Atalanta combatteva a denti stretti contro il Verona di Prandelli, primo in classifica in Serie B. Doveva vincere a ogni costo la squadra di Mutti e a 20′ dalla fine e sul punteggio di 3-2 a favore dei nerazzurri, proprio il tecnico bergamasco stupì tutti con un cambio inaspettato: fuori l’attaccante Zanini, dentro il giovanissimo (19enne) difensore Bellini. Allora si sapeva solo che veniva da Sarnico ed era figlio di un medico, ma la sua prestazione fece già trasparire un futuro radioso: l’Atalanta mantenne la vittoria anche grazie al suo lavoro nelle retrovie.
SOLO DEA. In 18 anni di onorata carriera, come ricorda oggi L’Eco di Bergamo, Gianpaolo Bellini è diventato la bandiera dell’Atalanta, con 435 presenze complessive, primato assoluto, e 281 gettoni in Serie A. Ha rinunciato sempre ad altre piazze, anche a quel Palermo che lo voleva a ogni costo, per rimanere fedele alla squadra della sua città, pur cambiando negli anni ben dieci allenatori e ripartendo qualche volta dalla Serie B.
SALUTO DI RIGORE. Ma il suo addio al calcio giocato è un ricordo che ancora commuove i tifosi dell’Atalanta: il rigore battuto l’8 maggio 2016 contro l’Udinese che entrò nel sacco, mentre tutto lo stadio lo applaudiva mostrando il cartoncino con la sua maglia numero 6.
Per forza. ..ci lavoravo
Presente
Bandiera super atalantino Bellini numero 1