L’ex componente del Trio degli Architetti del Mondo e la Pasqua lontano da Bergamo: “Aspetto la Juve Under 23 in finale di Coppa Italia. Ma quel mio gol nel ’95…”
“A Bergamo e all’Atalanta mi legano la famiglia, che è rimasta lì durante il lockdown mentre io mi sono ritrovato bloccato a Terni da solo, e quel gol alla Juve che ci permise di tentare la scalata alla Coppa Italia“. Sul piano personale, la dolorosa distanza. Su quello sportivo, parole e musica, con amarcord del famoso supplementare del 25 ottobre 1995, palla all’incrocio e via, di Fabio Gallo, allenatore delle Fere, la cui tifoseria è gemellata storica di quella nerazzurra: “Noi della Ternana dobbiamo giocarci il trofeo di C in finale con la Juventus Under 23, ma quando non si sa. Il virus ci detta i tempi e le scelte. Sempre i bianconeri contro: sarà il mio destino…”.
GALLO E LA PASQUA TERNANA. “Ormai sono chiuso in casa da due mesi e spero proprio che il calcio e lo sport si rimettano in marcia: vorrebbe dire riconquistare la normalità – puntualizza Gallo, scuola Inter ed ex anche del Brescia, guida di Allievi e Primavera atalantina nel triennio 2009-2012 a Zingonia da tecnico, svezzando poi Matteo Pessina al Como nel 2016-2017 -. In Serie C, Coppa Italia a parte, l’orizzonte a Terni è quello dei playoff. E c’è parecchia Atalanta: io in panchina, più Dario Bergamelli, Marino Defendi e Guido Marilungo in campo”.
GALLO TRA ATALANTA E TERNANA. “Troppo giovani, quei tre, per aver giocato nella ‘mia’ squadra, quella da Emiliano Mondonico a Giovanni Vavassori. L’ultimo anno sfiorammo la qualificazione Uefa, eravamo una bella realtà – continua ‘l’Architetto’ del Mondo -. Niente di paragonabile a quella attuale, che è straordinaria: c’erano però il famoso centrocampo degli architetti con Marco Sgrò e Daniele Fortunato, Domenico Morfeo più avanti, Pippo Inzaghi con cui sono ancora amico capocannoniere nel ’97, Gigi Lentini e, nella seconda metà della mia permanenza in nerazzurro, Cristiano Doni. Era il simbolo di allora come oggi lo è il Papu Gomez. Un grande amico, Cristiano: un grande giocatore, il recordman, il capitano”.
GALLO E L’ATALANTA DEL GASP. 2 palloni in porta, per il bollatese classe ’70, lungo 188 presenze dal 1995 al 2001, nel trofeo della coccarda ai bianconeri e in campionato all’Udinese. Difficile fare confronti con l’Atalanta di ieri: “Adesso è cambiato tutto, compresa la filosofia societaria e anche il calcio stesso. Alla mia epoca gli stranieri erano pochi e contati, adesso ce ne sono tanti e tutti di qualità. Ma con Gian Piero Gasperini squadra e club hanno innescato un processo di crescita inarrestabile. A quelli della mia epoca restano l’orgoglio e la certezza di aver comunque saputo regalare soddisfazioni ai tifosi: dopo il mio gol alla Juve avanzammo fino all’atto conclusivo con la Fiorentina (dopo aver superato anche Cagliari e Bologna, NdR)“.
GALLO E LA FAMIGLIA. L’Atalanta è una grande famiglia a cui non si smette di appartenere, soprattutto se si resta a vivere da queste parti. Ma per Fabio Gallo c’è il cruccio di una famiglia, la sua, da riabbracciare quanto prima: “Mia moglie Alessandra e le due figlie, Caterina e Andreea, sono a Bergamo. Io sono a Terni: il lockdown ci ha separati. I bergamaschi tengono duro e sapranno andare avanti, io con loro”.
Presente siiii
Mi ricordo il gol in coppa Italia….