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Gabbiadini: “Bergamo non mollare. Il calcio ripartirà, ma senza fretta”

gabbiadini sampdoria

L’ex attaccante dell’Atalanta ora alla Sampdoria: “Se dovremo stare altri due mesi in casa, non ci muoveremo da qua. Il prossimo gol lo dedicherà a chi è stato impegnato in prima linea contro il coronavirus”

Gli anni dell’Atalanta sono ormai lontani per Manolo Gabbiadini, ma l’attaccante, attualmente in forza alla Sampdoria, non ha mai perso il legame con la sua città natale, Bergamo. In piena emergenza coronavirus, il ragazzo di Calcinate ha fatto sentire tutta la sua vicinanza ai medici impegnati nella battaglia contro questo nemico indivisibile ma cattivissimo, provato anche sulla sua pelle: “Ora sto bene, è tutto a posto. La prima settimana ho avuto un giorno la febbre, altri 5-6 una brutta tosse, in più non sentivo gli odori e avevo un po’ di mal di schiena. Nel complesso però è stato tutto sopportabile – ha detto -. Neppure la seconda settimana ero al 100%, ma poi si è sistemato tutto. Quando ho ricevuto la notizia della positività al Covid-19 ci sono rimasto male, avevo paura di trasmetterlo a mia moglie e ai miei figli, ma per fortuna non è successo“.

Dopo aver visto il video dei camion dell’esercito che portavano via le bare di tante persone: sono state immagini terrificanti che mi fanno venire i brividi ancora adesso. In provincia di Bergamo vivono i miei familiari e mi raccontavano le scene: per giorni quando aprivano le finestre sentivano solo le sirene delle ambulanze che passavano – ha raccontato a Tuttosport -. È stata una cosa toccante veder soffrire così la mia città d’origine. Ho casa a Bologna, ora vivo a Genova ma ho anche Bergamo nel cuore e quel ‘non mollare Bergamo’ in dialetto era un modo per far capire che non ho dimenticato dove sono cresciuto. Noi bergamaschi siamo persone chiuse, ma vogliamo bene alla nostra città e sono certo che ci rialzeremo, anche se ci vorrà del tempo. Non bisogna aver fretta o fare le cose senza logica: se dovremo stare altri due mesi in casa, non ci muoveremo da qua. L’importante è non rischiare niente perché la salute viene prima di tutto“.

Inevitabile parlare della possibile ripresa del campionato: “Non spetta a me dire se sia giusto tornare a giocare. L’obiettivo di tutti è ripartire, non solo nel calcio che in questo momento è la cosa meno importante, ma nella vita in generale. Bisogna ripartire, però nella maniera giusta ovvero senza poi ricascare nel problema. Se succedesse sarebbe un guaio per gli ospedali. Ecco perché dico che bisogna usare la testa e prendere ogni decisione con grande attenzione. Il prossimo gol che segnerò lo dedicherò a tutte le persone che ci stanno mettendo faccia andando a lavorare in prima linea. Mi riferisco ai medici, agli infermieri, ma anche ai volontari che portano la spesa a casa di coloro che non possono uscire“.

 

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