La Serie A si prende altre due settimane di cuscinetto prima di dare il via a una ripartenza sicura, ma c’è ancora il nodo dei diritti tv
“Dopo un confronto con il ministro della Salute e il Comitato tecnico scientifico, emaneremo le disposizioni» per la ripartenza degli allenamenti”, ha detto Spadafora ieri alle componenti del mondo del calcio italiano. La ripresa in realtà sembra ormai certa, ma la data per la ripartenza degli allenamenti delle squadre di Serie A è di nuovo rimandata: tra l’11 e il 18 maggio dovrebbe iniziare la fase 2 del calcio italiano. Il presidente della Figc Gravina stabilisce come ultima ipotesi il ricorso a playoff e playout, più che altro in vista della limite per i campionati che la Uefa ormai dovrebbe ufficializzare a breve che, come detto nel precedente articolo, è già fissata per domenica 2 agosto. I club di A sono però convinti che sia ancora possibile chiudere col format regolare: potranno decidere fino al 25 maggio.
PERDITA ECONOMICA. La Lega di Serie A è preoccupata per i risvolti economici di una mancata ripartenza, soprattutto per quanto riguarda i soldi dei diritti tv. Come riporta oggi L’Eco di Bergamo, le squadre di Serie A si chiedono e sia sicuro o meno riprendere gli allenamenti e come pagare gli stipendi di calciatori che potrebbero non giocare più questo finale di stagione.
TOMMASI. Il presidente dell’Associazione calciatori, intervenendo a Radio 1 ha ribadito ciò che pensa e ripete da settimane ormai: “Allo stato attuale la situazione del Paese non consente la ripresa dell’attività. Dobbiamo capire se ci saranno le condizioni di sicurezza nelle prossime settimane”.
SERIE B. La Serie cadetta ha chiesto alla serie A di rispettare i patti del 2009, quando ci fu la scissione, e di versare quindi alla Serie B il 7.5% e non il 6% come ora.