Il presidente della commissione arbitri della Fifa e membro dell’Ifab, ha parlato a Radio 24 di arbitri e Var
Pierluigi Collina ha discusso oggi in radio delle novità regolamentari in vista della prossima stagione. “Direi che quest’anno ci siamo focalizzati soprattutto sul rifinire i tanti cambiamenti introdotti nel 2019-2020, alla luce di quanto visto in questa metà o poco più di stagione. Mi riferisco per esempio al calcio di rinvio, perché quello già giocato all’interno dell’area di rigore è stato sicuramente positivo, ha velocizzato la ripresa di gioco. Lo abbiamo prontamente adeguato a ogni possibile sfumatura, così come il tocco di mano da cui scaturisce un gol o un assist. In questo caso abbiamo cercato di definire dove inizia un braccio e dove finisce la spalla, cosa che prima veniva lasciata all’interpretazione. Prima venivano puniti falli di mano assolutamente involontari, come quello per cui venne annullato un gol a Neymar nella finale della Champions 2015 a Berlino, ora abbiamo codificato che la volontarietà è solo uno dei criteri per rendere punibile un fallo di questo tipo. Più semplicemente, da adesso qualunque tocco con la mano sarà punito se causerà o favorirà una segnatura della rete, che sia un gol o un assist. Il criterio che conta è l’immediatezza, non la volontarietà”.
VAR. “Var? Dovremo cercare di continuare a migliorarlo, e lo stiamo facendo in questi anni. Dobbiamo però far sì che il Var venga applicato in maniera più omogenea in tutto il mondo, questo strumento deve diventare più democratico e quindi utilizzabile anche da paesi con meno risorse umane ed economiche seppur in versione ridotta, in versione light, più semplice e meno costosa, anche se con risultati diversi, perché non sarà paragonabile, ma almeno avere un qualcosa di più adatto. La componente umana è sempre fondamentale, parliamo infatti di una tecnologia al servizio dell’uomo e l’uomo è fallibile. Dipende dalle varie culture quanto sia possibile accettare un errore o meno, da qui le differenze di utilizzo che ci sono state. Non si può passare da un campionato in cui viene usato il Var ogni due per tre e uno in cui viene usato poco e nulla. Per questo dobbiamo renderne l’utilizzo più omogeneo. Va salvaguardata quindi la centralità dell’arbitro di campo come decisore finale. Negli episodi interpretabili è proprio il direttore di gara, e non l’arbitro al Var, che deve rivedere le immagini e prendere una decisione”.
MINUTI DI RECUPERO. “All’Ifab ne abbiamo discusso e come Fifa abbiamo cercato di aumentare i minuti di recupero all’interno di un match. Il Mondiale del 2018 ha rappresentato la svolta, visto che siamo passati da tre a sei minuti di recupero di media. Abbiamo parlato nello specifico anche del tempo effettivo, ma già ora direi che non siamo lontani dai 60 minuti di tempo effettivo a partita. La gente paga il biglietto per vedere calcio giocato, più fai recupero, più aumenta il divertimento”.