Il fantasista pratese, arrivato in prestito dai cinesi, ballò una mezza stagione con un solo gol. Ora è al Wester United in Australia
Appartiene a soli sei mesi della storia dell’Atalanta uno che alla causa non aveva forse moltissimo da dare, all’epoca di Edy Reja in panchina, 2016 da salvezza e poca gloria, ma ne ha abbastanza per proseguire il discorso nella serie A australiana nel Western United di Melbourne dopo aver riassaggiato il Livorno cadetto a tiro dell’annata a metà fra Palermo e Perugia. Oggi, 2 maggio, Alessandro Diamanti detto Alino festeggia le 37 primavere memore dei trascorsi troppo brevi col Papu Gomez in campo ma non ancora leader di una squadra da Champions. Per il resto, comunque, qualche traccia sotto le Mura Venete l’ha lasciata. Un assist per il numero 10 e il bis personale sull’asse Stendardo-Pinilla: 2-0 al Bologna, 20 marzo 2016, spezzato il digiuno di 14 gare da soli 6 punti. Il lampo di Diamanti, quello che distribuiva i fuochi d’artificio spesso e volentieri tra più piazze: sedici maglie in carriera partendo dal Santa Lucia Prato.
UN DIAMANTI NON PER SEMPRE. Un mancino cresciuto nello stesso club di Paolo Rossi e Bobo Vieri (allenato da papà Luciano Diamanti), presieduto dal nonno Rodolfo. Uno zingaro di classe straripante. Moglie di Taiwan, Silvia Hsieh (tre figli, Aileen, Olivia e Taddeo), già conduttrice di “Top of the Pops”, e tanta voglia di esotico anche a pelo d’erba, vedi cartellino cinese targato Guangzhou Evergrande (titolo nazionale 2014 con Marcello Lippi) per un biennio scarso da ben tre prestiti, alla Fiorentina da cavallo di ritorno (era stato alla Florentia Viola, in C2), al Watford e appunto a Bergamo. Altre casacche, in un percorso con molta gavetta, Prato, Empoli, Fucecchio, AlbinoLeffe, Livorno, West Ham, Brescia, Bologna, Palermo, Perugia e ancora Livorno.
DIAMANTI AZZURRO. 17 presenze e 1 rete col Club Italia, argento agli Europei di Polonia & Ucraina dove segna all’Inghilterra il rigore decisivo nella lotteria dei quarti di finale. Ma il pallone nel sacco ufficialmente riconosciuto è la punizione contro l’Uruguay nella finale per il terzo posto della Confederation Cup brasiliana, il 30 giugno 2013. Per uno che un tempo sarebbe stato definito il più classico dei numeri 10, comunque, più di 100 (117) all’attivo e nessuna voglia di smettere. Tantissimi auguri.
Peccato, questo era un vero talento ma senza la testa……….. comunque grazie per aver indossato la nostra ” mitica” maglia ?? Buon compleanno