Anniversario dal sapore di premonizione, oggi, 7 maggio: 9 anni fa, col 4-1 al Portogruaro, si tornava in A. E i tifosi chiedevano l’Europa a Percassi
“Percassi, portaci in Europa!”. Un coro da amarcord a 9 anni di distanza, perché il mondo Atalanta vive di anniversari perenni. Fatto sta che il poker sporco al Portogruaro a favore di Maresana di quel 7 maggio del 2011 così lontano e vicino allo stesso tempo, col senno di poi, assume il significato di una premonizione dal sapore di progetto a tappe. Antonio Percassi, tornato alla presidenza il giugno precedente lasciando nel cassetto le dimissioni della prima volta nel febbraio del 1994, alla lunga avrebbe assecondato sul serio il sogno dei tifosi. Che come al solito avevano capito tutto.
PERCASSI E L’EUROPA… IN B. La missione della risalita dalla cadetteria non poteva fallire. Il numero 1 di Zingonia, che scaramanticamente predica la salvezza ogni estate quando si riavviano i motori, perfino nel nuovo corso da Europa e poi Champions League targato Gian Piero Gasperini, ai tempi aveva affidato al marketing e al merchandising da maglietta la sua aspirazione minima. “Se ‘nva mìa sö söbet deente mat”, “So mìa deentàt mat”. Sulla schiena, con la firma: Antonio Percassi. Due date, 11 luglio 2010 – 7 maggio 2011. L’alfa e l’omega del purgatorio, per un’Dea caduta dall’Olimpo e capace di risalirci subito. Alle 16.50 di sabato 7 maggio 2011, tre giornate d’anticipo, la promozione aritmetica. Non senza brividini lungo la schiena.
7 MAGGIO 2011: PORTOGRUARO ED EUROPA. La corazzata di Stefano Colantuono lasciò alla premiata ditta dell’ex Vinicio Espinal e di Memushaj l’onere di spingerla dentro, costringendo Andrea Consigli agli straordinari sullo scatenato Tarana. La felicità, quel sabato 7 maggio, dipinge i volti del doppiettista Simone Tiribocchi, che impatta e piazza la quaterna; di Jack Bonaventura col rigore in movimento del sorpasso che salvo l’angolo alto della porta tanto ricorda Gianni Rivera nella semifinale mundial a Mexico ’70 contro la Germania; di Gennaro Delvecchio, l’umile scudiero che in allenamento ranzava di brutto anche gli aggregati della Primavera. Dall’altra parte della barricata, altro che un volto conosciuto: anche Denny Cardin e Matteo Scozzarella in campo, Adrian Madaschi tra le seconde file, Inacio Pià in rosa e Andrea Agostinelli, tra gli eroi della risalita dalla C1 negli anni ottanta, in panchina.
A COME ATALANTA, E COME EUROPA. “Percassi portaci in Europa”. Il pubblico ancora non sapeva che lo stadio sarebbe stato messo in vendita dal Comune di Bergamo. Non poteva presagire la ricostruzione della Curva Nord. Eppure sentiva nell’aria, a dispetto delle annate seguenti del Cola da montagne russe con Europa sfiorata soltanto la terza stagione al piano di sopra, che qualcosa sarebbe cambiato per sempre. Pure il Tone da Clusone, forse: “Bergamo e la sua squadra del cuore hanno riguadagnato il palcoscenico che si meritano, il 21 maggio dopo la partita in casa con il Cittadella organizzeremo una festa senza precedenti”.
PERCASSI E I SOGNI. Queste le sue parole a caldo dell’epoca a bocce ferme. Senza specificare quel che sarebbe arrivato dopo: “Sono colpito dall’affetto della gente, vorrei poter ringraziare gli amici dell’Atalanta uno per uno. I giocatori mi hanno portato in trionfo sotto la Curva Nord: non ci sono parole per descrivere quello che provo. Oggi come oggi confermerei tutti, dal primo all’ultimo: Colantuono in panchina, Doni in campo: ecco il mio sogno…”. Per Cristiano il capitano si sarebbe tramutato nell’incubo del calcioscommesse. Sei primavere più tardi, però, ecco l’Europa, a un quarto di secolo di distanza dalla volta prima.
Presente
C’ero anche inC sui campi di sabbia e anche nel secolo scorso con Anzolin Maggioni……. Ecc.