Non si arrestano gli attacchi all’allenatore atalantino dopo le rivelazioni alla Gazzetta dello Sport domenica: la sanità di Valencia attacca, un parlamentare di Bergamo fa l’avvocato di Gasperini

Ana Barcelò batte un colpo, Daniele Belotti ci mette il rintocco. Ormai il caso di Gian Piero Gasperini e delle sue rivelazioni domenicali alla Gazzetta Sportiva, in tema di Coronavirus e salute così così in occasione della trasferta di Champions League a Valencia, è diventato politico. Percorrendo la lunga distanza che separa il ministero (si chiama in un altro modo, ma poco importa) della sanità della Comunitat autonoma Valenciana alla Camera dei Deputati di Roma, con l’onorevole di Bergamo eletto nel collegio delle Valli bergamasche a rispondere a tono.

VALENCIA: GASPERINI CASO POLITICO. La Barcelò, facendo eco alle richieste ufficiali del CF Valencia all’Uefa allo scopo di aprire un’inchiesta sul tecnico nerazzurro, ha riferito alla stampa di un “comportamento poco responsabile di Gasperini, consapevole di provenire da un’area a rischio e già colpita da contagi. In caso di sintomi chiari non sarebbe dovuto partire la trasferta; in ogni caso l’accaduto dimostra la giustezza della scelta delle porte chiuse”. La replica a mo’ di arringa difensiva di Belotti non s’è però fatta attendere oltre il dopopranzo di oggi.

BELOTTI: GASPERINI? A VALENCIA C’ERANO LE FALLAS. “In Spagna hanno perso la ragione. Gasperini ha detto che si sentiva strano, ma non aveva la febbre, e gli sono saltati addosso. Sta di fatto che di tutta la squadra e staff solo Sportiello è risultato positivo, mentre nel Valencia, già il 16/3 risultava contagiato ben il 35% del gruppo, quindi 9/10 tra giocatori e tecnici”, la premessa del post su Facebook del deputato di Bergamo. “Una domanda: ma se è irresponsabile Gasperini perché aveva qualche strano sintomo, ma non la febbre, come si possono definire il ministro spagnolo della Sanità e le scandalizzate autorità valenciane che, pur essendo imminente il rischio di epidemia, hanno consentito che centinaia di tifosi locali si radunassero all’esterno dello stadio (con la partita a porte chiuse) e solo tre giorni prima hanno autorizzato le Fallas, la tradizionale festa cittadina, con decine di migliaia di persone accalcate?”.