Dal recupero col Sassuolo del 21 giugno alla mezza serata col Bologna saranno 10 partite in un mese soltanto. Ma l’Atalanta è nel mirino dell’opinione pubblica per Coronavirus e Gasp
Sono 10 in un mese, dal recupero della sesta di ritorno col Sassuolo del 21 giugno alla sedicesima col Bologna del 21 luglio, sempre in casa, sempre alle 19.30. Poi all’Atalanta per finire la stagione interrotta dal Coronavirus ne mancheranno soltanto tre di campionato, al netto della Final Eight di Champions League ad agosto. Se per quest’ultima deciderà il 17 giugno il Comitato Esecutivo dell’Uefa, in tema serie A tutto è legato all’isteria collettiva per una pandemia non ancora sconfitta almeno dalle statistiche, che fanno registrare casi quotidianamente in provincia di Bergamo e Lombardia. Ormai agli occhi dell’opinione pubblica essere positivi al tampone equivale ad essere malati e quindi contagiosi. E il vero nemico dei nerazzurri non sono la preparazione fisica, il caldo, il piano B al gusto di playoff o il C con l’algoritmo, bensì proprio il dito puntato dei lettori di news dai titoloni da click-baiting.
L’ATALANTA E L’OPINIONE PUBBLICA. Grazie anche alle affermazioni senza prove a getto continuo di virologi e primari impegnati nella lotta al Covid-19, tipo Atalanta-Valencia del 19 febbraio spacciata per “bomba biologica” e “acceleratore del contagio”, la peste di fine inverno e di mezza primavera ha terrorizzato una platea disinformata, terrorizzata ad arte e parecchio boccalona al punto di considerare a rischio un aperitivo in compagnia, figuriamoci il calcio che si deve per forza giocare senza mascherina e distanziamento. Di questa paura generalizzata, del resto, sono figlie naturali le misure previste dai protocolli, mai schiodatesi dalle due settimane di quarantena per tutta la squadra, mica solo per il tesserato singolo come in Bundesliga. L’opinione pubblica, invelenita dal caso di Gian Piero Gasperini, reo confesso di aver manifestato i sintomi cinque giorni dopo il retour match degli ottavi di finale della regina delle coppe al “Mestalla”, ha messo nel mirino allenatore e squadra fin dal principio. La positività di Marco Sportiello ha alimentato questa caccia alle streghe e all’untore: basta farsi una ricerca su Twitter con gli hashtag #Atalanta, #Sportiello e #Gasperini.
ATALANTA, IL NEMICO: MASS E SOCIAL MEDIA. A voler rimettere il naso nel mare magnum delle cretinate colossali della “gente”, il puzzo di bruciato dell’ostilità preconcetta si avverte subito. C’è di tutto e di più. Accuse fino al delirio sul Gasp che avrebbe infettato l’intera Comunitat Valenciana da una panchina a porte chiuse, incapacità di leggere le interviste, dubbi amletici sul perché il club di Bergamo abbia avuto un solo positivo accertato (Gasperini no, mai), non accettazione della smentita via Sky Sport, certezze su contagiati tenuti nascosti. Alla data del 21 del mese prossimo, dunque, quando all’appello del nastro d’arrivo prima della coppa dalle grandi orecchie ci saranno da saltare a piè pari gli ostacoli Milan, Parma e Inter, l’ultima tra le mura amiche del Gewiss Stadium, ci si arriverà soltanto se tamponi e test sierologici non devieranno il cammino nel fosso a lato della strada già tracciata dal Comitato Tecnico Scientifico e della Federcalcio.
ATALANTA, A QUALCUNO PIACE CALDO. Giocatori e mister sono tranquilli perché fiduciosi nei propri mezzi: la calura estiva e i carichi di lavoro non incutono timore a un gruppo abituato a trasformare i sogni del popolo dei tifosi in solide realtà. Ma la serenità sarà una dote da preservare turandosi il naso e indossando il paraocchi. Perché il nemico, quello vero, si annida nelle parole proferite a mezza bocca e finite nero su bianco, su giornali e social network. Un brusìo più fastidioso e insidioso pure dell’arcirivale Lazio (da ospitare mercoledì 24 in notturna, 21.45), dell’Udinese (28, 19.30), del Napoli (giovedì 2 luglio, 19.30), del Cagliari (5, 19.30), della Samp (8, 21.45), della Juve (sabato 11, 21.45), del Brescia (14, 21.45), del Verona (18, 17.15: fin qui, l’unica di pomeriggio) e del Bologna martedì 21 (19.30). In rigida alternanza casa-trasferta, e visti gli orari il nemico più agguerrito sul campo si chiamerà zanzara. Occhio all’esterno, però: c’è un’opinione pubblica caricata a mille che osserva, non esattamente con sguardo benevolo.
L’opinione pubblica non scende in campo. Giornalai (i giornalisti sono un altra categoria) pagati da loschi personaggi per scrivere menzogne con lo scopo di destabilizzare l’armonia creata dalla SOCIETÀ ATALANTA per avere il PIÙ BEL GIOCO DI CALCIO IN ITALIA. Le opinioni da ubriaconi da bar non devono toccarci. NOI SEMPRE CON LA DEA A TESTA ALTA. “PURA DE NISÙ, SCHEFE DE TÖC” ????
Noi abbiamo guadagnato tutto quello che abbiamo ottenuto sul campo. Quindi alla larga da giornali bugiardini e a maldicenze
Siamo i più invidiati perché la Dea gioca il calcio vero e con lei in campo entra tutto il cuore di Bergamo ??❣️
A me Gasp. piace, però se se ne stava zitto forse si evitava tutto questo casino.
Scudetto e coppa!!!!!forza Dea
È l’invidia, brutta bestia
ADOSS ? ?
Noter an mola mai. Contro tutto e tutto: invidiosi di noi e gelosi del nostro amore per la Dea
La debolezza di chi non sá cosa vuol dire….guadagnarsi il Tutto con lavoro e fatica
Zò bòte!
Scusate. Zò gol!!!
Hanno tutti paura che l’Atalanta vinca la Champions….
Non ho parole tutti contro la squadra più bella del campionato italiano !!!
Comunque vada …non si tireranno mai indietro…quindi solo e sempre ????e❤️
Gasp sei un grande
Mola mia.. …..mai!!!!????
Ma non diciamo eresie e i contagiati di Juve Fiorentina Doria ecc???
Ce la faranno, dopo tutto sono stati anche loro a dire”Bergamo molla mia”. Le polemiche se li tengano quelli che hanno paura di loro.
Con la paura del contagio si scanseranno tutti e per l’Atalanta sarà un gioco da ragazzi fare gol.
10 partite in un mese ?? poverini e pensare che un operaio lavora minimo 26 giorni in un mese con dentro 4 sabati mattina e nessuno dice nulla e nemmeno l’opinione pubblica … ???