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Il segreto del Gasp: il Papu, con Ilicic a mezzo servizio, gioca per due

Gomez

Papu Gomez: l’impossibilità di inquadrarlo in un ruolo e di stabilire quindi il modulo del Gasp. Il capitano sta giocando anche per Ilicic

Le mirabilie di un progetto riassunte nel suo capitano. La formula delle ultime tre partite dell’Atalanta di Gian Piero Gasperini sembra ormai fissa, anche se la staticità non si addice a una filosofia sportiva che di riferimenti fissi ha forse solo un manipolo di giocatori che ne costituiscono il nocciolo duro. Due sulla trequarti, insomma, col Papu Gomez a dettare i tempi organizzando gli spazi: col Napoli, partito davanti puntando il vertice destro, ha fatto poi l’elastico con la trequarti e l’ala sinistra, spesso favorendo l’avanzamento a punta di Mario Pasalic.

IL GASP E IL PAPU CHE GIOCA PER DUE. Proprio al croato il numero 10 ha servito l’ultimo dei suoi 17 assist stagionali (5 consecutivi, 2 a Udine) per fendere la banchisa della parità perfetta. Il segreto, suo e della Dea? Sta giocando per due, gioca per due: fantasia e abnegazione, il tutto esibendo tecnica e leadership. Rispetto a uno Josip Ilicic che dalla ripresa sostanzialmente non c’è, ovviamente, segna meno, molto meno: 6+1 (Champions) sono un terzo del 15+5+1 (Coppa Italia) del pennellone sloveno, libero di sfrecciare verso la porta. Ha anche 25 centimetri in meno di statura e usa più che altro il destro, benché coi Ciucci abbia aperto le danze dei tiri in porta di mancino. I calci da fermo sono suoi, tutti: del resto non c’era nemmeno lo squalificato Ruslan Malinovskyi. Ma che le idee sia il bonaerense Gomez a dovercele mettere, è indubbio.

IL PAPU TUTTOCAMPISTA. E ILICIC? Se Ilicic ha accumulato soltanto 25 minuti da cambio in corsa nel panino della ripartenza, saltano da scavigliato il Sassuolo e da fuoriclasse perfino superfluo l’impegno con la sesta in classifica, il Papu tuttocampista e assistman meno che bomber ha recitato quantomeno la sua parte contro gli emiliani per trasformarsi in seguito in ciò che è da almeno un anno e mezzo. Il regista effettivo dell’Atalanta del Gasp, il suo ruolo vero dalla cinquina sporca in casa del Chievo del 21 ottobre 2018. Per carità, il boia e l’impiccato l’aveva già fatto, il ragazzo di Buenos Aires che avrebbe voluto ritrovare il Cholo Simeone all’Atletico Madrid dopo averlo avuto come pastore di vitellini in sboccio al San Lorenzo in patria e al Catania.

PAPU PER DUE. Precisamente, nei due mesi di assenza di San Giuseppe, il Patrono del Gol nerazzurro, all’inizio dell’annata 2018-2019, per quella maledetta infezione batterica al dente. Le cifre? Contano poco, per uno che esegue in scioltezza perfino anticipi e recuperi difensivi. Ma sono comunque da chi gioca per due: 53 gol e più di 60 assist in 223 match da lider maximo, fin dai tempi di Stefano Colantuono passando per Edy Reja. A questo giro, 15 più 2 in Champions, guardacaso sempre a Pasalic per agguantare il Manchester City a San Siro e ancor prima ad Hans Hateboer per il rompighiaccio nell’andata col Valencia. Tutti per il Papu? No, lui per tutti. Giocando, se possibile, anche per tre. Il segreto del Gasp è tutto qui.

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Cocco 187
Cocco 187
3 anni fa

Mah! Io gli articoli di questo giornalista li capisco poco. Mi sembra che scriva per iniziati. Per me vorrei che scrivesse più semplice: pane al pane e vino al vino insomma

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