C’è da sorridere per il terzo posto ottenuto anche quest’anno dalla Dea, con il record di 78 punti, ma per il Psg serve ben altro
Se non altro, quella contro l’Inter di ieri sera, è una gara che darà una sveglia all’Atalanta per il 12 agosto, un brutto finale di una Storia bellissima. “Ma non c’è da storcere il naso per il terzo posto”: l’ha detto ieri a fine gara Gian Piero Gasperini, che ha reputato giusta la classifica finale, e lo dice oggi nelle prime pagine La Gazzetta dello Sport.
DEA ALLO STREMO. Secondo il quotidiano sportivo, la sconfitta in casa bergamasca è arrivata più per meriti dell’Inter che per demeriti della banda di Gasperini. L’Atalanta, da parte sua, avrebbe semplicemente pagato la stanchezza di un’impresa che porta avanti dalla ripartenza, grazie alla quale ha potuto centrare il record storico di due qualificazioni in Champions consecutive. La Dea meritava di arrivare stremata all’ultima gara dopo aver saputo regalare a Bergamo, annientata dalla pandemia, una carezza di conforto e tanti sorrisi sia in campionato che in Europa.
DEA SBADATA. Ma su un punto andrebbero tirate le orecchie ai giocatori dell’Atalanta, partiti a diesel come spesso succede e costretti a rincorrere, per l’ennesima volta, sotto di un gol. Distratto Gosens, distratto Gollini, ecco che la stanchezza ha la meglio. La Dea non è riuscita più a ricompattarsi e, cosa ancor più grave, a tirare in porta più di una volta in tutto il primo tempo. Errori da cui deve imparare presto: tra 1o giorni sarà Final Eight, un’altra serata storica a cui non può arrivare stanca.