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ESCLUSIVA – Anthony Mounier: “In Francia dicono Psg. Ma l’Atalanta…”

anthony mounier

L’esterno d’attacco transalpino, che visse anche una breve parentesi in maglia nerazzurra, non prevede un quarto di finale così squilibrato come ritengono a Parigi

Nelle ultime tre stagioni Anthony Mounier ha militato in Grecia, prima con il Panathinaikos e poi con il Panaitolikos, ma non ha dimenticato l’ultima sua squadra italiana, ossia l’Atalanta, con cui però trovò poco spazio. “Dopo una storia abbastanza strana con il Saint Etienne (il Bologna lo cedette in prestito ai francesi a inizio gennaio, ma dopo poco tempo arrivò l’immediata risoluzione del prestito, ndr), arrivai all’Atalanta negli ultimissimi giorni di mercato. In nerazzurro però non ho giocato molto: la squadra stava girando bene ed era difficile scalare le gerarchie. Ma ho solo bei ricordi perché c’era un gruppo con grandi giocatori e soprattutto uomini. Era già una società forte, con strutture all’avanguardia e un’allenatore bravissimo”.

Ecco, su Gasperini cosa ci dice?
Mi è piaciuto perché conosce bene il calcio, ha un modo suo, ma sa aiutarti perché ti spiega cosa fare quando hai la palla fra i piedi e quando non ce l’hai. E, sul campo, sapere cosa devi fare è la cosa più importante. Poi davanti, negli ultimi 30 metri, ti concede un po’ di libertà, ma è un tecnico che prepara tutto bene e non lascia nulla al caso. Non per caso, quell’anno conquistammo l’Europa e negli anni successivi l’Atalanta ha sempre fatto un passo in avanti”. 

Pensando a come era l’Atalanta in quel periodo, si aspettava una crescita di questo tipo?
“Personalmente non sono sorpreso perché si sono dimostrati subito una società seria, che lavora e che sa quello che vuole fare. Non fa cose stupide, ma usa la testa. Non fa follie e questo è molto importante. Ha tenuto i giocatori cardine e questo aiuta a scalare gradini. Capita che dei club facciano una stagione al top e vendono tutti, mentre l’Atalanta ha saputo trattenere gli elementi importanti. Vero, qualcuno è stato venduto, ma è stato rimpiazzato con altri che sono usciti molto bene. La squadra cambia poco, tanti ormai giocano insieme da diversi anni e questo aiuta”. 

Ora c’è Atalanta-Psg, che gara si aspetta?
“Seguo sempre le squadre in cui ho giocato, i nerazzurri sono stata l’ultima prima di andare in Grecia. Ho visto il percorso in Champions League e in Francia è stata etichettata come una sorpresa. Ogni volta che in Francia facevo un’intervista e mi chiedevamo dell’Atalanta dicevo: “Attenzione perché sono forti e giocano bene”. Ora affermano che il Psg passerà perché è forte, ma non è proprio così come credono perché anche l’Atalanta è attrezzata. Corre tanto, i giocatori lottano l’uno per l’altro, hanno due esterni che viaggiano per 120 minuti senza problemi e possono creare delle difficoltà. Il Psg invece ha elementi come Neymar, Mbappe o Icardi che sono forti, ma senza palla fanno più fatica”.

Perché in Francia il Psg è così odiato?
“Solo a Parigi tifano Psg. Tutto il resto è per l’Atalanta, ma è la mentalità che c’è in Francia. In campionato il Psg vince facilmente anche se gioca al 60%. Ora ha fatto qualche amichevole, disputato due finali di Coppa ma non avrà lo stesso ritmo dell’Atalanta che, forse, sarà un pelo più stanca, ma non si è mai fermata. Sarà un duello affascinante perché nello spogliatoio nerazzurro ci sono giocatori che possono fare qualcosa di importante e ci sono le possibilità per passare il turno. Ho visto il Psg: ha qualità, ma fisicamente sono più deboli, mentre sotto questo aspetto l’Atalanta è più forte, può fare gol con chiunque e sa soffrire”.

Infine una curiosità. Lei è nato nella stessa città di Franck Sauzée, altro ex nerazzurro. Vi siete mai incrociati?
“Quando militavo in Francia sì perché lui lavorava per la televisione francese come commentatore e ho parlato con lui qualche volta. Poi, come giocatore, aveva un bel tiro”.

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Elio
Elio
3 anni fa

Franck Sauzée, Franck Sauzée, e la Coppa e la Coppa c’è la porta Franck Sauzée…… ( siamo andati in B)

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