Il suo primo tecnico nelle giovanili dello Shakhtar racconta cosa l’ha colpito subito del jolly ucraino che sta collezionando gol da fuori con la maglia nerazzurra
Si chiama Oleksandr Funderat, ha 47 anni, è direttore sportivo del Vorskla in Ucraina ma, soprattutto, è ex responsabile dell’Academy dello Shakhtar Donetsk. E’ lì che ha scoperto il mancino della Dea Ruslan Malinovskyi e il suo talento, una rivelazione di questa stagione, ma non per lui: “Ruslan spaccava la porta già a 18 anni. Restava un’ora in più dopo gli allenamenti e calciava da fermo, in corsa, al volo…. Il gol alla Juventus arriva da lì”, ha svelato a La Gazzetta dello Sport.
RIVELAZIONE. “Non sono assolutamente stupito del suo rendimento. L’Atalanta gioca un calcio eccezionale, si è inserito negli schemi di Gasperini alla perfezione e si sta rivelando un insostituibile. Ha dimostrato a chi credeva in lui che può essere anche più forte di così, basta farlo giocare di più. Ruslan è la rivelazione della Serie A, spero lo diventi anche in Champions League. E in gara secca, contro il Psg, può succedere di tutto perché la Dea non è nuova a sorprese del genere”.
VICE ILICIC. “L’ho allenato tre anni (dal 2010 al 2013, ndr) e l’ho sempre schierato in quel ruolo, dietro la punta. Ogni tanto lo usavo anche da mediano basso, ma solo in casi di necessità. Uno così, con quella tecnica, va avvicinato alla porta, proprio come fa lo sloveno. Malinovskyi gioca un metro dietro gli attaccanti, anticipa la giocata e ha un gran tiro dalla distanza. Non avrà il tocco di Ilicic nello stretto, ma la botta da fuori sì, l’ho intravista fin dai primi allenamenti. Le dico di più: se fossi l’allenatore del Manchester City o del Real Madrid, manderei un osservatore a vedere le partite dell’Atalanta, perché questo ragazzo ha tutto per giocare in una big mondiale. Dipenderà soltanto da lui”
COME SINISA. “Alcuni lo hanno accostato a Nedved, ma non sono d’accordo. Per me ha il tiro di Sinisa Mihajlovic: secco, forte, preciso. Poi le ripeto, fuori dall’area è un piccolo Messi. Con quella botta…”
ANEDDOTO. “Gli dicevo sempre di non tirare in porta. Ci provava da ogni posizione, a forza di urlare perdevo la voce, ma aveva ragione lui. Ricordo partite in cui il pallone finiva in rete due o tre volte con tiri da fuori imprendibili. Nel 2012, in un torneo giocato a Sebastopoli, battemmo l’Olympiacos in finale e lui fu il miglior giovane della competizione. Se ne accorsero tutti. A fine gara i dirigenti del Sevastopol chiesero informazioni. Pochi mesi dopo si trasferì in prestito da loro e vinse il campionato di Serie B da protagonista”.