Ha vissuto tre vite nerazzurre: nel vivaio, in prima squadra e ora da collaboratore tecnico
La vita nerazzurra di Cristian Raimondi può essere riassunta sostanzialmente in 3 cicli. L’esterno di San Giovanni Bianco era infatti cresciuto nel settore giovanile dell’Atalanta da giovane, per poi proseguire altrove il proprio percorso da professionista. A quasi 30 anni tornò a casa, contribuendo in maniera discreta alla promozione dalla B alla A e diventando un vero e proprio beniamino del pubblico per il grande orgoglio mostrato in campo. Forse aveva qualche limite tecnico, ma il motto “La maglia sudata sempre” tanto caro alla Curva Nord da lui è sempre stato rispettato al 110%.
L’addio al calcio giocato è arrivato nell’anno che vedeva la sua Dea nuovamente in Europa dopo 26 anni, con CR77 che può sostanzialmente dire di essere stato uno dei tramiti tra due ere differenti. L’Atalanta pre-Gasperini era una squadra di media o bassa classifica, che cercava di mettere in mostra calciatori e regalava comunque diverse soddisfazioni al suo appassionato pubblico. Tutt’altra musica è presente dalle parti di Zingonia da quanto il tecnico di Grugliasco siede in panchina: le 4 qualificazioni europee in 4 anni rendono superflua qualsiasi altro tipo di valutazione.
Nel mentre l’ex cursore destro studia dal suo ex mister, che affianca nelle vesti di collaboratore tecnico sin dalle settimane successive al ritiro dall’attività agonistica. A soli 39 anni un’ottima palestra, che magari un giorno gli potrebbe consentire di ambire a un bagaglio personale da allenatore? Carattere e ambizione di certo non gli sono mai mancati….