Romero è il presente e il futuro, il vice Ilicic è Miranchuk, il vice Zapata è Lammers: più giovane e più internazionale, l’Atalanta si prende un 10 al mercato

Dice (sottinteso, l’osservatore prezioso e criticone): eh, ma quanto a spendere soldi per rafforzarsi non ci siamo, non è un mercato da Champions League se non si agguanta al volo gente come Amine Harit dello Schalke (25 cocuzze), come il genio da quarantello (preteso dal Sassuolo) Jeremie Boga o come il marsigliese Florian Thauvin solo perché pretenderebbe d’ingaggio il doppio del Papu Gomez. Che intanto è rimasto, sposando il progetto una volta di più e resistendo alle sirene dell’Al-Nassr e dei petrodollari, a prezzo della rinuncia a guadagnare da due volte e mezzo a quattro volte tanto. L’Atalanta, in realtà, quando verrà ufficializzato Sam Lammers dal PSV sarà da 10 in pagella e niente di meno. Perché al culmine di movimenti in entrata giovani e internazionali l’allenatore Gian Piero Gasperini, uno secondo cui gli attaccanti non sono mai troppi, varcherà i cancelli di Zingonia anche il vice di Duvan Zapata, figura mai citata dai giornaloni eppure fondamentale.

VICE ILICIC E VICE ZAPATA: CHE MERCATO! Quanto ad Aleksey Miranchuk, si rivedrà in campo solo a ottobre, presumibilmente dopo la prima sosta per le Nazionali, ma che affarone. Un ’95 con 26 match nelle coppe europee, con 4 gol di cui un paio soltanto alla Juventus nelle 10 gare di Champions, è tantissima roba. Mancino, in grado di giostrare fra le linee o puntando il vertice destro dell’area. Il presunto vice Ilicic, espressione messa in bocca al Gasp, capace di smentire la tesi all’alba dell’incipit settembrino davanti alle testate schierate all’Accademia Favini: “Mi avete appiccicato addosso questa cosa, in realtà Miranchuk è un sostituto durante la sua defezione, perché Josip non fa parte al momento del nostro organico”, il chiarimento. Intanto, due o tre ruoli coperti con due soli acquisti, con un venticinquenne nazionale russo dal Lokomotiv arrivato per 14,4 milioni più bonus sulla rivendita e un tulipano da 9 classe 1997. E pazienza se il primo deve smaltire la botta al bicipite femorale destro, mentre il secondo ha alle spalle un’operazione al ginocchio destro nella scorsa estate, al rientro dal prestito all’Heerenveen che fu del connazionale Marten de Roon.

ROMERO E I VICE: 10 E LODE. Se ci aggiungiamo Cristian Romero, mastino del ’98 che dietro può giocare in tutte e tre le posizioni, appaiando numericamente gli argentini – Gomez e José Palomino, tuttora frenato dalla positività al tampone come Duvan Zapata e Pierluigi Gollini: il trio di Porto Cervo – ai rappresentanti del calcio mulini & polder (c’è anche Hans Hateboer), il 10 è un voto scontato. Il minimo sindacale. Forse ci vorrebbe la lode. Anche solo per la formula: prestito biennale strappato alla Juventus, che pure avrebbe avuto bisogno come l’acqua e l’aria di un corroborante ringiovanimento in terza linea, a 2 milioni più 2 al giro successivo più 16 a saldo. Incredibile, per uno con un paio di stagioni piene da urlo nel Genoa alle spalle, 2 partite in Copa Sudamericana ai tempi del Belgrano e con esperienze nella Seleccion Under 20 e Under 23. Lammers, dal canto suo, ha solo un quarto d’ora nel 2017 in casa dell’Osijek, in Croazia, nelle qualificazioni di Europa League, come esperienza internazionale da aggiungere a quella vestito di Under 19 Oranje. Pazienza: si farà subito, anche perché un vero vice del centrattacco colombiano in due anni pieni non c’è mai stato. Adesso sì.

IL MERCATO IN CORSIA: 10 ANCHE QUI. Quanto alle fasce, l’unico sacrificio nominato Timothy Castagne ha consentito economie e plusvalenze. 21 milioni più 3 di bonus dal Leicester City, a ruota dell’annata non troppo convincente del belga, sono l’ennesimo successo della dirigenza. Che ha trovato nell’economicissimo Cristiano Piccini dal Valencia una controfigura degna all’Hateboer delle bizze ferragostane a mezzo stampa, quello convinto dal suo tecnico a non ripetere mai più le minchiate sulla Dea a fine ciclo o consimili. Un ’92 in prestito con crociato (vecchio) e rotula (destra) lesionata alla fine dell’agosto del 2019, ma fisicamente, tecnicamente e tatticamente adatto coprire eventuali buchi in corsia. A sinistra, far partire Lennart Czyborra, un altro vice, l’ennesimo, ma di Robin Gosens, non è stato certo traumatico: all’attivo il finale col Brescia il 14 luglio scorso e nient’altro, il Genoa tra due estati dovrà saldarlo a 5 milioni e mezzo. A far da contraltare al neo nazionale tedesco basta il polacco di ritorno Arkadiusz Reca. Due destri e due mancini, due titolari e due cambi all’altezza: 10, e con lode, anche lungo le linee laterali. Ma che mercato è?