Hateboer e Gosens hanno furoreggiato nell’Atalanta all’esordio in campionato in casa del Torino. A Gasperini è bastato un modulo: due punte e uso delle fasce
Un modulo a due punte, rimasto uguale anche quando Ruslan Malinovskyi è subentrato (19′ della ripresa) a Luis Muriel, e soprattutto l’uso delle fasce per schiantare il Torino. L’esordio in campionato per l’Atalanta è stato all’insegna della conservazione della stessa filosofia per tutta la partita del sabato pomeriggio: a Marco Giampaolo, per contrastare Gian Piero Gasperini, non è servito virare dal rombo al tridente (Verdi-Belotti-Millico) a risultato ormai compromesso.
COL TORINO UN MODULO CONTRO DUE. Il 3-4-1-2 nerazzurro, argomenta L’Eco di Bergamo, ha sfruttato l’ampiezza di cui le corsie sono il piatto forte aggirando la densità in mezzo del 4-3-1-2 granata. Il possesso palla da 56 a 44 per cento a favore dei bergamaschi dice già molto, il 7-2 nelle palle gol ancora di più. Vojvoda e Murru, terzini un po’ spuntati e in difficoltà soprattutto in copertura, le uniche varianti toriniste rispetto all’1-0 alla Fiorentina la settimana prima.
IL TORINO E IL GIOCO DELLE COPPIE. Solo la difesa ha sofferto: nelle coppie attaccante-difensore Toloi vede sbucare due volte di troppo il doppiettista Belotti e Sutalo si occupa di Zaza, con Caldara a uscire sul trequartista Berenguer. De Roon ha come avversario Linetty, Freuler invece Meité. Sul Papu Gomez c’è Rincon. Essendo poi Luis Muriel e Duvan Zapata due punte larghe, ecco che i terzini nemici ne sono stati bloccati: Hans Hateboer e Robin Gosens, su e giù per le fasce, hanno fatto man bassa d’erba e d’avversari, perché di diretti non ce n’erano. E quando i terzini sono saliti esponendosi all’uno contro uno, apriti cielo: si era già sul 2-1 atalantino, il resto è storia.