Sul palco del Festival dello Sport, il tecnico dell’Atalanta si è concesso a 360 gradi toccando tantissimi tasti
Un Gian Piero Gasperini a ruota libera. Sul palco del Festival dello Sport, il tecnico dell’Atalanta si è concesso alle domande postegli dai giornalisti Andrea Elefante e Luigi Garlando de La Gazzetta dello Sport.
MOMENTO PIU’ DURO. “Quando siamo tornati da Valencia. Siamo partiti il lunedì, rientrati il mercoledì e abbiamo trovato una situazione che preoccupava molto. Si vedeva già un’altra città. Non si sentiva altro che sirene, si sentivano solamente situazioni drammatiche con ospedali riempiti da persone. Una situazione incredibile precipitata nel giro di pochissimi giorni”.
SUL PERIODO CON IL COVID. “L’ho saputo un po’ di tempo dopo e sono state dette cose spiacevoli. Ho vissuto quel momento del Coronavirus senza saperlo, ma con grande paura. Per fortuna ne ho risentito solo qualche giorno, mai avuto febbre, mai accusato problemi respiratori, ma ho tremato perché vedevo che queste cose potevano succedere a chiunque in qualsiasi momento. Io ho avuto solo pochi sintomi e scoperto che si trattava di Covid solo quando è stato possibile fare il test sierologico”.
SUL POSSIBILE APPRODO NEL 2011. “Vennero Spagnolo e due collaboratori. Mi parlarono di un centravanti, Denis, che era all’Udinese, e lo si voleva anche a Genova. Eravamo convinti che fosse un ottimo giocatore. Poi quell’anno però andai all’Inter e rimase solo una piacevole conoscenza”.
SU GOLLINI. “Sono io che devo ringraziare i giocatori perché mi hanno dato una disponibilità straordinaria. Gli interventi migliori di Pierluigi non sono state le parate che sono alla base del portiere, ma le letture su certi lanci, la sua capacità di essere un riferimento. Lui è moderno, ha le caratteristiche per esserlo pur essendo stato costruito nel modo tradizionale. Oggi lui fra le sue qualità migliori ha quella di essere un portiere che gioca nella squadra, fa parte degli undici”.
SULLA SERIETA’ DELL’ATALANTA. “Io non sono uno che fuori vede i giocatori. Vero che si formano dei gruppi magari anche per un discorso di lingua, ma è normale che qualcuno abbia più piacere a uscire con qualcuno piuttosto che con qualche altro. L’importante è che tutti abbiano lo stesso comportamento, senza comportamenti fuori dalle righe. Da noi ci sono professionalità e mentalità nei ragazzi e quando succede che qualcuno oltrepassa il limite, sono loro stessi per primi a prendere il compagno e a instradarlo. Poi c’è anche una proprietà che ha valori in questo senso. Per loro i comportamenti sono fondamentali: l’educazione quando rappresenti l’Atalanta, devi avere comportamenti adeguati. Per me è tutto più facile perché sono i primi a non accettare situazioni strane”.
SULLA CHAMPIONS. “L’anno scorso in Champions il desiderio era quello di giocare in uno stadi storico perché l’Atalanta voleva portare i tifosi nei templi del calcio europeo. Quest’anno non abbiamo lesinato a sorprese con Liverpool e Ajax, società che l’hanno vinta. Girone familiare? Sicuramente la scuola olandese, Ajax in particolare, ha sempre influenzato quelle che erano le mie idee anche quando allenavo i giovani. Chiaro che dopo l’esperienza anno scorso incontriamo dei mostri sacri della Champions e ci arriviamo con l’ambizione di fare una bella figura, sperando di superare il girone”.
SU ILICIC. “Torna. Sono stato uno dei più scettici anche quando abbiamo ricominciato. Ma sta dando delle risposte incredibili e adesso ho grande fiducia. Già lo vedo fare cose come il miglior Josip”.
SULL’ESPERIENZA IN NERAZZURRO. “Se ripercorro questi anni ripenso a tante cose strane accadute. Partite giocate in stadi non nostri, la crudeltà gente che non ci può seguire, il fatto che quando abbiamo iniziato eravamo quasi tutti italiani mentre ora siamo quasi tutti stranieri. Ma c’è sempre stato un grande spirito di appartenenza e anche i nuovi come Lammers e Miranchuk lo hanno già capito”.
É bravo ma quando gli va giù la linea non richiama mai
Lho sentito oggi su sky . Fa già il piangina perché anche gli altri si sono rinforzati. É bravo ma quando perde é insopportabile .
Grande Josip
Un grande in una grande società gestita da imprenditori con la I maiuscola. Un gioiellino.
Bravo Gasperini avanti così, educazione, rispetto fare squadra, un cordiale saluto a tutti ciao e grazie
Un grande appoggio emotivo, ad un giocatore che ha dato tanto.
Credo che questa reazione si sia vista poche volte nelle squadre italiane (credo solo Moratti)