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Atalanta-Inter, Bianchi: “Entrambe non sono in salute, la deciderà…”

ottavio bianchi

Il doppio ex analizza la sfida di domani pomeriggio, ore 15 al Gewiss Stadium, tra le nerazzurre lombarde in corsa per i primi quattro posti della classifica (ma la Dea lo occupa già)

“Non c’è una favorita: tutto dipenderà dall’aspetto fisico e mentale del post-Champions”: Ottavio Bianchi, ex allenatore dell’Atalanta (1981-1983) e dell’Inter (1994-1995), non svela alcun pronostico sul Big Match di domani. Preferisce analizzarlo con la calma e l’equilibrio che lo contraddistinguono, contestualizzando la gara nel periodo storico incerto nell’intervista de L’Eco di Bergamo: “Fino a qualche settimana fa l’Atalanta era in piena salute ed era la solita squadra che ci ha deliziato in questi anni, l’Inter era la favorita scudetto. Addirittura l’Atalanta aveva detto di non firmare per il pareggio con il Liverpool e l’Inter di volere approfittare del momentaccio del Real: il campo, poi, dice cose diverse”.

GASPERINI. “Gasperini è un bravissimo allenatore, il suo gioco però richiede una certa forma fisica, ogni giocatore deve essere all’altezza e al top. Ormai, poi, l’Atalanta è presa come esempio: tutti conoscono il suo gioco e prendono le misure. Il tecnico sarà capace di apportare i giusti correttivi: non è disdicevole cambiare formula nei momenti di difficoltà, una squadra deve sapere giocare in tutte le maniere”.

POST SCONFITTE CHAMPIONS. “L’Atalanta viene da un ko più netto, ma secondo me non ha senso distinguere chi “perde bene” da chi “perde male”: quando perdi, perdi, non fa differenza se è finita 5-0 o 5-4. Si ricomincia da capo: il discorso è chiuso. Paradossalmente pesa di più, psicologicamente, perdere all’ultimo minuto dopo avere dominato. Sarà la condizione a determinare il tipo di reazione: questo vale sia per l’Atalanta che per l’Inter. Entrambe le squadre hanno scorie e non sono in salute: bisognerà capire chi è in grado di rispondere meglio dal punto di vista fisico e mentale”.

GOMEZ&CO. “La squadra ha un gioco aggressivo, in cui spiccano le qualità di Gomez e degli attaccanti che, quando supportati, sono micidiali. Ma sono importanti anche i giocatori di fatica, quelli che danno la possibilità di esprimersi ai compagni più talentuosi”.

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