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Candeline per Foscarini, tra gli eroi della risalita dalla C

62 anni oggi, 19 novembre, per Claudio Foscarini, fosforo del centrocampo dell’Atalanta risalita dalla C. Anche se non partecipò al ritorno in A

Spegne 62 candeline col nerazzurro negli occhi, da grande protagonista degli anni ottanta, quando i calciatori e il calcio erano ancora a dimensione d’uomo, di tifoso e di emozioni genuine. Forse il più grande rammarico di Claudio Foscarini, recentemente noto per aver portato il Cittadella a un passo dalla serie A nella primavera del 2010 inciampando solo in semifinale col Brescia, è non aver partecipato materialmente al ritorno dell’Atalanta al piano di sopra da fosforo del centrocampo nel 1984, dopo il quinquennio di purgatorio comprensivo dell’unica annata in C1 della storia nerazzurra. Il giocatore e poi grande allenatore, da annoverare tra gli eroi della risalita dall’inferno con Cesare Bortolotti, giovane presidente che sognava l’Europa e l’avrebbe vista di lì a non molto con l’avvento di Emiliano Mondonico, se ne andò infatti al Campania nelle liste suppletive autunnali, senza accompagnare Soldà, Perico, Agostinelli, Donadoni e tre ex Montebelluna come lui: il vice bomber Marino Magrin, che lasciò la classifica marcatori cadetta a Marco Pacione (13a 15) con gli assist decisivi, Domenico Moro e Maurizio Sandri.

FOSCARINI E GLI EROI DELLA SERIE C. Foscarini, nato a Riese Pio X, battagliava lì nel mezzo con senso del gioco e della manovra, aiutando gli altri a concludere a discapito della gloria personale. Nella Dea, una sola volta in porta e pure decisiva: 24 ottobre 1982, appena riportata la squadra in B, il 2-1 alla Cavese sotto un acquazzone tremendo, vedi foto del box di Stampa Sera dedicato al match. C’era ancora Ottavio Bianchi in panca. Nedo Sonetti non avrebbe trattenuto l’ennesimo veneto bravissimo capitato tra le mani dei dirigenti e del preparatore atletico Feliciano Di Blasi, poi nello staff di Fabio Capello a Madrid, tra i primi a impostare un lavoro di fondo scientifico: 9 chilometri di corsa, senza orpelli tecnologici come il GPS a rilevare le prestazioni individuali, né il drone. Eppure, vedi onda lunga dei risultati sul campo, il lavorìo carsico sulle performance atletiche dei singoli, in un’era ancora artigianale, avrebbe prodotto risultati insperati.

FOSCARINI ALLENATORE. Chiuso il discorso a pelo d’erba con Piacenza (1984-1986), agli ordini di Titta Rota e con altri bergamaschi (anche onorari) d.o.c. come Madonna, Mastropasqua, Reali, Serioli, Snidaro, Valoti e Bordoni e il quinquennio nella Virescit (scarpe al chiodo nel 1991) del “Magia” Luciano Magistrelli con cadetterìa sfiorata nello spareggio del 1988 con la Reggina, Foscarini è stato ed è un grandissimo tecnico. Giovanili viola fino al 1993, quindi Stezzanese e Verdello in Eccellenza e Alzano Virescit, la prima di innumerevoli fusioni: nel 1997 in prima squadra fino al 2001, Coppa Italia di Serie C nel 1997-1998 e storica promozione in B nella stagione successiva. Nel 2001-2002 Rimini in C2 dove perde i play-off contro la Sambenedettese, dal 2003 al 2005 giovanili ma questa volta del Cittadella, poi la promozione in prima squadra con promozione in B nel 2008 e permanenza per un decennio: record di dieci stagioni consecutive sulla stessa panchina e di 294 panchine in Serie B con la stessa squadra. All’8ª giornata della stagione 2015-2016 subentra all’esonerato Cristiano Scazzola sulla panchina della Pro Vercelli, guidandola al 17º posto finale in Serie B; il 15 giugno 2016 è al Livorno, neo-retrocesso in Lega Pro, eliminato ai quarti di finale dalla Reggiana; il 3 aprile 2018 rimpiazza Walter Novellino sulla panchina dell’Avellino in B, per la salvezza diretta di una società fallita praticamente il giorno dopo. Il 6 novembre dello stesso anno subentra a Pierpaolo Bisoli sulla panchina del Padova, ma il 28 dicembre, dopo 5 sconfitte di fila e con la squadra ultima in classifica, viene esonerato e al suo posto torna Bisoli. Tanti auguri: gli eroi della serie C sono immortali.

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3 anni fa

Augurissimi felice compleanno

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