Scongiurare il rischio del crollo dopo la sosta, come a Napoli: la chiave della partita con lo Spezia, da 3 punti e basta
Non ripetere la prova incolore di Napoli del 17 ottobre scorso: la parola d’ordine per l’Atalanta al rientro dalla seconda sosta per le Nazionali. La prima, contro una squadra di rango elevato, fu fatale: 4-1 senza mai entrare in partita. Con lo Spezia, nonostante il problema dei pochi allenamenti di squadra nelle gambe per chi ha giocato magari 3 match con la propria rappresentativa, l’unica cosa importante, suggerisce L’Eco di Bergamo, sono i 3 punti.
LA SOSTA E I NAZIONALI. I quindici tornati alla spicciolata – Robin Gosens da venerdì scorso, Remo Freuler da martedì – dai rispettivi impegni internazionali sono la più grande incognita per l’allenatore Gian Piero Gasperini. Rimasti in sede Djimsiti, Hateboer, Mojica e Muriel, la certezza è che gli Aquilotti neopromossi non sono una squadra materasso: nonostante la differenza di valori, gli avversari di turno hanno avuto quasi due settimane per prepararsi a ranghi pressoché compatti tranne una manciata di Nazionali.
PAROLA D’ORDINE: VINCERE. La probabile formazione spezzina assomma solo 323 presenze in A, di cui 123 di Terzi, assente dalla categoria da un quinquennio. Il Papu Gomez, da solo, è a quota 312. Gli uomini di Vincenzo Italiano in casa, nell’esilio di Cesena perché il “Picco” è in ristrutturazione, hanno fatto 1 punto in 3 gare. La ricetta del Gasp contro una compagine che non rinuncia ad attaccare proponendo gioco? Due punte fisse e larghe, Josip Ilicic e Sam Lammers, col Papu alle spalle, contro una difesa a 4.