Il popoloso quartiere suburbano, in cui dimorano alcuni ex nerazzurri e storicamente legato all’Atalanta, è meta dei pellegrinaggi del cattolico Hans Hateboer
A messa, in San Sisto, la domenica ci si trova Domenico Moro, uno degli eroi della risalita dall’inferno dalla C1 nella prima metà dei mitici anni ottanta. Ci abitano attualmente anche Roberto Soldà più il figlio Mattia, con le rispettive moglie e compagna. Per non parlare di Massimo Carrera, un giramondo da mister (Juve, Spartak Mosca, AEK Atene) che mantiene qui la sua base, comprese le maglie sue e degli avversari in fondo al garage. In pochi, però, forse sanno che il popoloso rione suburbano è meta delle sortite in chiesa anche di Hans Hateboer: forse l’unico giocatore dell’attuale Atalanta ad abitare lontano dal centro o comunque dai cosiddetti quartieri alti, dalla via Moroni del Papu Gomez alla Santa Lucia di Rafael Toloi e Ruslan Malinovskyi (Conca d’Oro) passando per la via Verdi di Marten de Roon. Di tutti costoro, solo l’oriundo del Mato Grosso è noto per la sua religiosità profonda, riprendendo spesso su Instagram il campanile della chiesa che vede dal terrazzo.
HATEBOER, UN CATTOLICO A COLOGNOLA. Non si sa dove abiti esattamente il Tulipano Volante, tutto fisico e prestazioni atletiche su e giù per la corsia destra, ma certamente durante le funzioni uno spilungone dall’occhio ceruleo e la chioma lasciata ultimamente crescere folta non può passare inosservato. Pare anche che lasci nel paniere offertori piuttosto cospicui, ma la carità si fa e basta, non si dice. Fatto sta che in pochi penserebbe a un olandese fedelissimo alla Chiesa di Roma, minoritaria nel Paese dei mulini a vento, dei polder, delle dighe e delle terre sotto il livello del mare. Un luogo godereccio e artistico, pieno di storia e di vestigia di Van Gogh. Eppure Hateboer, lontano dallo stereotipo del campione edonista, anche perché dei nerazzurri di oggi è il meno social di tutti, mette la fede al primo posto. Impegni calcistici permettendo.
COLOGNOLA, IL QUARTIERE DELL’ATALANTA. Colognola, Comune autonomo fino all’inglobamento nel capoluogo anche di Valtesse e Redona, e si parla del 1927 al massimo, conserva una fortissima identità. E anche un’attrattiva per chiunque abbia a che vedere con la massima espressione dello sport cittadino. Oltre al Moretto, che lavora per l’Azzano FG, è il posto del cuore dell’ex arbitro Paolo Mazzoleni e del fratello maggiore Mario, la cui famiglia è di qui: il padre era un famoso ebanista e restauratore di arredi sacri. All’auditorium dell’oratorio il primo ha presentato la sua autobiografia. Ci abitava anche Marino Magrin ed è stata la casa nei primi tempi di Cristiano Doni, vedendoci sfilare pure Ivan Pelizzoli, cognato del localissimo Michele Bacis, e ai tempi di Marcello Lippi in panchina il viareggino stesso e la meteora Ivan René Valenciano, a capo di un coloratissimo clan familiare. Anche Titta Rota faceva capolino da queste parti. Adesso, però, è il regno di Hans Hateboer, il cattolico a sorpresa, dalla fede sostanziosa quanto il gioco e il crine. Perché la palla tra i piedi non è tutto e nemmeno il fine ultimo.
Hanno scritto che va a Messa, mica che fa il pusher a Zingonia
Complimenti vivissimi, speriamo che sia un esempio anche per i tanti giovani bergamaschi, perché di esempi ne abbiamo sempre bisogno.
Ma siamo seri? Pubblicare che oltre la testa che fa andare le gambe dietro ad un pallone, c’è anche un uomo, con cuore e fede non è da giornalista? Ho capito bene le critiche che ti sono state mosse Simone … Vabbè, rispecchiano i tempi…per fortuna so che tu andrai comunque per la tua strada. Amen.
Madonna ma i “rompipalloni” si devono sempre far sentire eh. È un articolo che parla di curiosità, sarà mica che vi da fastidio perché si parla di chiesa? A me personalmente piace sapere anche altre cose oltre ad una formazione per esempio, fanno sentire i calciatori più umani e più tra noi.
Il papu non abita in via moroni
Grande Hateboer
In nomine Hans
Grande Hans ? ??
Grandissimo Hans
A guardia di una fede…
????❤️
Grande HANS!!
Bravissimo ??
Hans è il primo a cui non piace essere al centro dell’attenzione, ma non trovo nulla di male in questo articolo. Basta non si entri troppo nel privato. Giudichiamo i ragazzi per quello che fanno in campo.
Che senso ha pubblicizzarlo?
Che articolo assurdo
Un po’ di fede non guasta mai… Bravo hateboor… ????
Mi scusi Simone ma ha parlato di Atalanta ? Perché non riesco a leggere niente di simile.
Gradirebbe leggere soltanto questioni di campo e cronache delle partite? Il calcio è anche capacità e occasione di creare legami, un fenomeno socialmente vivo. Qui si parla di un quartiere e dei suoi campioni, citando pezzi di storia dell’Atalanta. Se non le piace me ne rammarico, ma non ritengo qualificante professionalmente limitarmi ad “A passa a C perché B è infortunato”. Le curiosità fanno parte del mondo dello sport professionistico rendendolo più a misura d’uomo.
Comunque il Papu non abita in via Moroni e Malinowski non abita in conca ‘oro in ogni caso