Nel quasi quinquennio gasperiniano l’Atalanta ha fatto meglio alle soglie della decima giornata solo nella stagione 2019-2020. Quella precedente la peggiore alla nona
Non c’è da preoccuparsi, la tesi stamani de L’Eco di Bergamo, se s’è vinta sola una partita delle ultime sei, a fine ottobre a Crotone. Perché fare come un motore Diesel da queste parti è un’abitudine. 14 punti in 9 giornate fanno parlare di un’Atalanta a partenza lenta e magari anche in crisi in campionato, ma da quando la squadra è in mano a Gian Piero Gasperini la classifica non è mai stata rosea alle soglie della decima. Solo nella scorsa stagione, la quarta del tecnico piemontese, la terza posizione, a quota 20, ha rispecchiato esattamente quella finale (a 78): poi, però, ecco la flessione con poker di sfide senza vincere.
IL GASP E LE PARTENZE LENTE. Decisamente da incubo, confrontando le annate, quella precedente, la 2018-2019: la crisi post eliminazione dall’Europa League nei playoff ai rigori a Copenaghen fece fare la media di 1 punto a match, tanto che alla nona i nerazzurri erano quindicesimi: ne avrebbero fatti altri 60 salendo la prima volta nella storia sul podio della serie A. Il primo anno del Gasp in panchina, ottavi, come stavolta, ma a 13: al gong, il quarto posto a 72 col ritorno in Europa dopo più d’un quarto di secolo.
IL GASP E LA NONA SINFONIA… STONATA. Quello accumulato fin qui, insomma, è il secondo bottino più ricco da quando l’allenatore di Grugliasco siede su questa panchina. Nel 2016-2017 d’esordio il rallentamento iniziale fu dovuto ai 4 ko nelle prime 5 giornate, l’anno dopo il primo calendario appesantito dall’Europa League: doppia caduta allo start con Roma e Napoli e poi all’ottava con la Sampdoria. Nel 2018-2019, il bilancio peggiore del Gasp: una sola vittoria nelle prime otto giornate e la seconda alla nona, il 5-1 in casa del Chievo che risollevò i bergamaschi dal quartultimo posto.