41 anni da ala destra, sempre col sorriso, alla settima stagione in D a Ponte San Pietro. Auguri a Ferreira Pinto e grazie per i ricordi indimenticabili

6 stagioni e mezza, dal 2006 al gennaio 2013, 152 partite (6 in Coppa Italia, 19 in B) e 14 gol (2 cadetti) da freccia a destra, dall’Atalanta di Stefano Colantuono atto I al ritorno del profeta di Anzio passando per Gigi Delneri e l’annata da retrocessione Gregucci-Conte-Bonacina-Mutti. Il brasiliano di Quinta do sol (Stato del Paranà) Adriano Ferreira Pinto, la scheggia dal fisico da pugile, da sette stagioni a Ponte San Pietro fa l’attaccante esterno e può festeggiare oggi, giovedì 10 dicembre, i suoi primi 41 anni da capitano. Ma è in nerazzurro che ha lasciato ricordi indimenticabili. Legati al suo calcio felice come un sorriso.

FERREIRA PINTO, DAI MATTONI AL CALCIO. Orfano di padre quindicenne, prima di usare come trampolino di lancio l’União São João che era stata di Roberto Carlos, la giovinezza di mister “Disciamo che”, dal suo intercalare puntuale a ogni intervista, è stata spesa tra i pomodori e l’edilizia. Dai mattoni, in fabbrica fino ai 19 anni d’età al pallone, come raccontato nell’autobiografia “Volevo solo giocare a calcio”, uscita il 12 aprile 2011 a quattro mani con Pierdomenico Baccalario. Nel marzo 2002 lo sbarco a Lanciano, dove oltre al mentore Fabrizio Castori conosce Marianna Spadano, sposata laggiù il 7 giugno 2009 e madre dei suoi figli José Carlos, stesso nome del nonno paterno, nato nell’aprile 2010, e Thiago.

LA GAVETTA E L’ATALANTA. Ferreira Pinto, non un dribblomane ma abile a eludere in progressione il dirimpettaio per il cross o l’incuneata in area, nell’estate 2004 va al Perugia in B e quindi al Cesena, da dove spicca il volo per Bergamo. Frenato, e in B dalla sua parte vira spesso Simone Padoin, dal crociato rotto a San Siro contro il Milan l’8 marzo 2009, dopo i dissidi dell’annata precedente con l’attuale tecnico interista. Un intervento di pulizia al ginocchio nell’agosto 2010 gli limita le presenze: al ritorno in A, solo 6. E l’addio si consuma a gennaio 2013.

FERREIRA PINTO E LA DISCESA VERSO LA D. Il 30 del mese si libera dal garantito fino a giugno e scende al Varese in B per la seconda metà d’annata, quindi la Prima Divisione a Lecce. Ma non va proprio. Alla freccia do Brasil rimane una decisione: rimanere a Bergamo, in provincia, dove il pallone è un sorriso grande quanto il suo, spostandosi una ventina di metri di campo più avanti e qualche chilometro a ovest, laddove il tempio si chiama “Matteo Legler”. Fin qui, 110 palle in porta in 547 match, di cui 54 in 178 difendendo il calcio in Blue dell’Isola Bergamasca. Tanti auguri.