Il difensore torinese giocò su entrambe le sponde negli anni ottanta. Il ricordo della moglie bergamasca, Cristina Comolli, sui social
L’Atalanta, quando era poco più che un ragazzo. Più a lungo il Parma, allora rigorosamente biancogialloblù. Oggi è un’altra delle partite del cuore per Roberto Bruno, sfortunato difensore torinese, figlio del vivaio della Juventus e fratello della Bergamo non solo sportiva per l’eternità. A ricordarlo, su Facebook, Cristina Comolli, la moglie bergamasca del giocatore morto a 39 anni il 9 luglio 2003, giusto un mese prima di scrivere 40.
ATALANTA-PARMA E ROBERTO BRUNO. Arcigno difensore centrale, Bruno fu in nerazzurro dal 1981 al 1983 sotto Ottavio Bianchi in C1 e in B. L’intermezzo alla Cremonese di Emiliano Mondonico, futuro allenatore e già giocatore atlantino, gli valse la promozione in A, con cui però avrebbe esordito soltanto nel 1988 col Pescara di Giovanni Galeone, del 4-3-3 e di Gian Piero Gasperini mezzala. Poi i ducali, anche agli ordini di Arrigo Sacchi, un’altra risalita dalla C1. Il ricordo è doveroso.