Un cervello-motorino di centrocampo, un’ala fegatosa nota ai giorni nostri come brillante commentatore televisivo, un attaccante senza fortuna in prima squadra e uno sconosciuto da toccata e fuga che sarebbe diventato famoso altrove. Robert Prytz, Roberto Rambaudi, Carlo Taldo e Pablo Daniel Osvaldo dicono rispettivamente 61, 55, 49 e 35. Non è una tombolata, bensì la lunga teoria dei compleanni atalantini del 12 gennaio. Due italianissimi dalle fortune opposte in nerazzurro come farcitura del toast svedese-argentino. I primi due della lista dei festeggiati hanno lasciato tracce permanenti, diversamente dai due più giovani.
PRYTZ, L’AMICO DI STROMBERG. Il brevilineo e tracagnotto Prytz viaggiava a pelo d’erba con la regolarità della quasi omonima Prinz della Nsu in salita in prima fissa. Era già famoso nel suo Paese, avendo sfiorato la Coppa dei Campioni appena diciannovenne all’Olympiastadion di Monaco contro il Nottingham Forest. Giunto nell’estate del 1988 a far compagnia al connazionale Glenn Stromberg, diresse l’orchestra del sesto posto della neopromossa Atalanta di Emiliano Mondonico, rafforzando l’impianto della precedente stagione dei miracoli con la cavalcata fino alle semifinali di Coppa delle Coppe col Malines. Il ricciolino che poi sarebbe andato al Verona al posto di Claudio Caniggia aveva già la bacheca piena: 1 titolo e 2 Coppe di Svezia nel natìo Malmö, 2 Coppe di Lega scozzese coi Rangers, 1 Coppa di Svizzera allo Young Boys). Peccato averlo tenuto un’annata soltanto: in gol col Bologna, dopo aver sbagliato il rigore autoprocurato per fallo del Mitico Villa, e col Pescara di Galeone in cui militava Gian Piero Gasperini in campionato, più un altro paio in Coppa Italia con Monza e Bari nel secondo turno. 30 presenze filate in campionato, una decina nel trofeo della coccarda. Una carriera lunghissima, fino a 41 anni, comprensiva anche di Göteborg, Bayer Uerdingen e dal 1997 la parentesi finale in Scozia con Kilmarnock, Dumbarton, Cowdenbeath, East Fife, Pollok e Hamilton Academical.
RAMBAUDI, L’EX DI ZEMAN. Rambo Rambaudi, invece, ex compagno di Ciccio Baiano e Beppe Signori nel tridente del mitico Foggia di Zdenek Zeman, era parte della Dea dell’Antonio Percassi atto I alla presidenza (1990-febbraio 1994) cominciando da Marcello Lippi in panchina per il settimo posto 1992-1993. Spesso in linea con Maurizio Ganz, il torinese nativo di Moncalieri ne mise sei, da cinque vittorie e un pari: nei 2-1 contro Parma e Foggia, 3-2 nella tana della Samp, un altro paio di 2-1 ad Ancona e Udinese (fuori) inframezzati dal 2-2 casalingo con la Lazio, la sua destinazione per ricongiungersi col maestro due annate più tardi. Da dimenticare quella successiva: flop dell’altro zonarolo Francesco Guidolin, idem dei traghettarori Andrea Valdinoci-Cesare Prandelli e retrocessione. 57 e 8 timbri in A più un tris di match nel trofeo della coccarda, che poi avrebbe vinto insieme alla Supercoppa Italiana nel ’98 in biancoceleste, con Eriksson in panchina. Cresciuto nel Torino, si fece anche Omegna, Pavia, Perugia, Genoa e Treviso, con due presenze in Nazionale, smettendo a quota 34: come allenatore, Allievi della Lazio, Latina, Viterbese, Astrea (squadra della polizia penitenziaria), LUISS Guido Carli di Roma e Atletico Lodigiani dallo scorso febbraio. Poi è arrivato il virus…
12 GENNAIO: COMPLEANNI PER ATTACCANTI. B e C il destino di Taldo, nato a Merate e calcisticamente a Zingonia, oggi direttore sportivo della Primavera del Genoa. Fisico da prima punta, all’attivo nell’Atalanta solo gli ultimi 4 minuti e spiccioli nell’1-1 di Cremona il 28 gennaio del ’90 al posto di Giorgio Bresciani. Quindi Pro Sesto, Saronno, Varese, Lumezzane, Cesena, Como, Modena, Catania, Tritium e Legnano (135 gol nei soli campionati). L’estroso argentino naturalizzato Osvaldo, detto Simba in giallorosso perché il Re Leone era Batistuta, è più noto come plusvalenza insperata dell’epoca: arrivato dall’Huracan nell’estate del 2005, l’ex cebollita del Lanùs contribuisce alla risalita versione Stefano Colantuono (comparsate contro Cremonese e Arezzo, cabezazo del 2-2 a Pescara), finisce in comproprietà al Lecce, viene riscattato a 1 milione 600 mila e rivenduto a 4,5 alla Fiorentina. Frontman dal 2016 dei “Barro Viejo” dopo il tempraneo ritiro, ha vinto lo scudetto juventino del 2014 cambiando maglia spesso e volentieri tra Firenze, Bologna, Espanyol, Roma, Southampton, Inter, Boca Juniors e Porto. 100 gol in 316 partite da professionista, le ultime due col Banfield l’anno scorso, più 4 in 14 azzurre da oriundo. Si poteva fare di più. Sul campo, perché fuori… Gianluca avuto nel 2006 da Ana, Victoria (2009) e Maria Helena (2012) dalla fiorentina Elena, Morrison (2014) dall’attrice Jimena Barón; terzo posto a Ballando con le stelle nel 2019 in coppia con Veera Kinnunen. Può bastare?
Siamo andati allo stadio a Bergamo insieme mio padre per qualche volta. Quanti ricordiamo anche nostri tifosi passano età! Auguri Robert! ⚽️???
Pretzel, Evaid e il capitano. Mamma mia.
AUGURI ROBERT
Questa era una bellissima Atalanta, i due svedesi ed Evair, quest’ultimo arrivò al posto di Belanov come ripiego dopo una lunga trattativa per portare il russo a Bergamo. Invece la mossa risultò azzeccata. Al debutto Evair segnò. Grande Evair.
Auguri Robert.
Prytz ha preferito Verona a Bergamo. L’Hellas all’Atalanta. Comunque tanti auguri Robert!
?Che trio quello in foto !!!! E pensare che l’anno successivo Prytz venne scambiato col Verona con un certo Claudio Paul…..