Sono mancati gli spunti sotto porta, ma questo è anche merito della squadra rossoblù, che ha capito come bloccare la furia del tridente
Ventisette gol in dieci partite, di cui ben ventidue in campionato: è partito da qui Davide Ballardini, il tecnico che ha saputo traghettare il Genoa fuori dalle acque torbide in cui si era incagliato. Demeriti all’Atalanta sì, ma La Gazzetta dello Sport oggi sottolinea anche i meriti dell’avversaria, che è riuscita nell’impresa quasi impossibile di far tirare in porta solo due volte la squadra che finora nel 2021 aveva mirato lo specchio più di tutti i club dei principali campionati europei. In campionato solo un’altra nemica era riuscita nell’intento, l’Inter di Conte.
I MERITI DEL GENOA. Non solo, in definitiva il conto delle chance pericolose è stato inversamente proporzionale al possesso palla: stabilmente in mano all’Atalanta nell’arco dei 90’ (64-36%), sua proprietà quasi incontrastata (73-27%) nella ripresa. E il Genoa ha rischiato pure di portarsi in vantaggio e vincere la gara, considerano le tre chance del primo tempo: le tre occasioni gol costruite dalla squadra di Ballardini sono state più insidiose di quelle create a fatica dai nerazzurri. E nella ripresa mister Balla ha fatto quello che doveva, ovvero passare da un 3-5-2 a un 5-3-2 puro, asserragliandosi in difesa e chiudendo tutti gli spazi. Con un’autostima da salvezza che adesso non sembra più così lontana.