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Gasperini e il vice Ilicic: è derby dell’Est Malinovsky-Miranchuk

In conferenza stampa il tecnico atalantino ha riproposto il tormentone dei giornalisti degli ultimi due anni. Chi può fungere da vice di Ilicic? Miranchuk o Malinovskyi?

“Di solito lo chiedete voi, stavolta l’ho tirato fuori io. Siamo alla ricerca di un vice Ilicic, perché è fondamentale: Josip mica può giocare sempre”. L’ennesimo ipse dixit di Gian Piero Gasperini davanti a telecamere, microfoni e taccuini spianati è il classico segreto di Pulcinella, utilissimo però a rispolverare una questione di dirimente importanza su due piani paralleli: la richiesta seppur cifrata al club di un fantasista d’attacco numero 2, dopo il doloroso divorzio dal Papu Gomez, e lo sviluppo di una soluzione interna, nelle corde dell’allenatore dell’Atalanta ogni volta che ha dovuto fare di necessità virtù. E stavolta è proprio lui a dichiarare che di derby dell’Est si tratta: “Stiamo provvedendo con Malinovskyi e Miranchuk, se si raggiunge quello spessore va bene anche così”.

MALINOVSKYI VS MIRANCHUK: I VICE ILICIC? Se in due Ruslan l’ucraino e Aleksey il russo riusciranno nell’impresa di fabbricarne uno solo, in grado di fare le veci dello sloveno quando si perde tra questioni fisiche e imbuti depressivi, per gli equilibri interni nerazzurri sarà grasso che cola. Due galli nel pollaio, uno nell’area tecnica e l’altro nello spogliatoio, non possono più convivere, ormai è assodato: fuori causa il numero 10 ribelle, gli altri agli ordini del Gasp sono tutti sullo stesso piano. Chi non si adegua trova tre metri lineari di cancello aperto in uscita al Centro Sportivo Bortolotti. L’incognita del vice dell’unico capace di accendere la luce, e se non lo fa sono guai, vedi occhiale contro il Genoa barricadero del cuore del mister, resta aperta fino alla soluzione, della quale però al momento non s’intravvedono spiragli.

ILICIC E IL DERBY DELL’EST. Difficile, anzi impossibile, pescare nell’acquario del mercato, zeppo di pescecani del settore come di club disposti a follie, un elemento con le stesse caratteristiche di San Giuseppe. Anche perché i miracoli, senza sborsare parecchio, ovvero qualcosa sempre in eccesso rispetto alla linea del rigore decisa ai piani alti di Zingonia, non vengono da sé. Che si materializzi un nuovo Ilicic al campo d’allenamento è una chimera. Diciamo un sogno, visto che con l’uomo di Grugliasco niente finora è stato proibitivo. A parte il piede mancino e la comune provenienza da oltre (la ex?) cortina, Malinovskyi e Miranchuk, il centrocampista offensivo che s’allarga di preferenza a destra e l’esterno d’attacco che il tecnico vuole trasformare in un suggeritore abile a giostrare da seconda punta, ossia ciò che sa fare l’originale, non sembrano poter rientrare in alcuna similitudine con l’abilità a tutto tondo della pertica incrostata di classe sublime dal 72 dipinto sulla schiena. Dribbling, serpentine, sterzate: sarebbero loro i facsimile? Ma il Gasp ha già saputo trasformare il terzinaccio Robin Gosens nel miglior laterale d’Europa. Crediamoci anche stavolta. Sperando ci credano fino in fondo anche il Colonnello e Liosha.

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