Il Milan è stato pericoloso solo sporadicamente sabato sera

La grande prova dell’Atalanta di sabato ha lasciato tutti tutti a bocca aperta, nonostante negli ultimi anni il livello raggiunto dai ragazzi di Gasperini sia sempre più alto. Vincere 3-0 in trasferta a casa della capolista, però, non può che lasciare sbigottiti, anche alla luce di un dominio pressochè totale mostrato nel corso di tutti i 90′.

Il Milan ha creato solo un paio di chance di prim’ordine, l’ultima delle quali è peraltro arrivata a risultato ampiamente acquisito. Tolói e compagni hanno invece fatto salire il livello della prestazione minuto dopo minuto, creando occasioni in serie e vincendo praticamente tutti i duelli lungo tutto l’arco del campo. Il manifesto della gara può essere il terzo gol, che ha chiuso il match: Romero lascia i compiti difensivi per proiettarsi in avanti e trovare una palla degna di un fantasista a Zapata, bravo a battere sul primo palo Donnarumma in uscita. Un gesto portato quasi a dimostrare la superiorità mostrata dalla squadra nerazzurra, brava a portare i propri uomini in più posizioni del campo per sviluppare al meglio il proprio spartito, sempre votato all’attacco notoriamente.

Eppure, soprattutto dal momento dell’ingresso di Matteo Pessina in formazione, la Dea sembra aver trovato un suo equilibrio sotto l’aspetto difensivo. Solo contro il Bologna, peraltro nell’ambito di una sorta di blackout della squadra a livello mentale, si è subito più di un gol dal momento in cui il tecnico grugliaschese ha scelto questo espediente tra linee di centrocampo e attacco. Ma in generale stupisce la capacità di ridurre al minimo i pericoli, come era già avvenuto addirittura a Anfield. Perchè i dettami gasperiniani sono sempre in movimento e evoluzione, aspetto che calza a pennello con i canoni del calcio d’oggi, in cui gli avversari studiano a menadito le caratteristiche di calciatori e sistemi di gioco.