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Coppa Italia, quando l’ostacolo è l’ex. E in Champions…

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In finale nel trofeo della coccarda c’è già Kulusevski con la sua Juventus. E il rischio del grande ex di turno può capitare anche ai quarti di Champions

Dejan Kulusevski aspetta già l’avversario al varco. Se l’Atalanta rispetta le attese naturalmente fondate sull’innegabile superiorità dell’andata, il 19 maggio sarà uno scontro con l’ex. Una plusvalenza sostanzialmente bocciata da Gian Piero Gasperini appena alla terza presenza, quando era una promessa in bilico con la Primavera e a tiro degli spiccioli con Frosinone e Milan due inverni or sono gli toccò la magra figura da cambio di Robin Gosens nel ko in casa del Torino alzandosi a sinistra nel tridente con Timothy Castagne riabbassato a destra, per poi subire l’umiliazione della staffetta nel finale con Musa Barrow. La storia è arcinota, non serve un romanzo: prestito al Parma e 35 milioni almeno in cassa a metà annata, perché la Juventus aveva fretta di accaparrarselo, anche al netto dello sconto su due piedi Simone Muratore girato alla Reggiana. Ma superato l’ostacolo di Andrea Petagna nella semifinale di ritorno di Coppa Italia, un altro volto noto potrebbe incrociare il cammino nerazzurro in Champions League.

COPPA ITALIA E CHAMPIONS, L’OMBRA DELL’EX. Il suo nome è Alejandro Dario Gomez, ormai non più pronunciabile a Bergamo e dintorni senza essere tacciati di passatismo, di nostalgia da zitelle o vedove oppure addirittura di anti-atalantinità. Sempre che il Real Madrid si confermi l’ombra dello squadrone che è sempre stato, costretto com’è ad arrancare perfino nella Liga al cospetto dei cugini dell’Atletico che lo sta battendo peggio di una massaia bergamasca alle prese col materasso, ai quarti di finale il sorteggio potrebbe essere malandrino e un po’ dispettoso. Se la ferita aperta per il pubblico che l’aveva adottato e se n’è sentito tradito, passata dal 10 al 24 sulle spalle sarà per darci un taglio netto, sarà o no nell’urna lo si saprà tra l’altro una settimana esatta prima di chiudere il discorso con le Merengues. Il Siviglia, col Borussia Dortmund dell’astro nascente Erling Håland, se la deve sbrigare il 17 prossimo al Sanchez Pizjuan e il 9 marzo al Signal Iduna Park.

COPPA ED EX, ORGOGLIO ATALANTINO. Non ce ne vogliano i tifosi, che del secondo distacco hanno certamente sofferto parecchio di più del primo, dopo sei anni e mezzo di convivenza e la leadership nel nuovo corso gasperiniano che dura ormai da un quinquennio, ma incontrare il Kulu e il Papu sarebbe tanto grasso che cola. La conferma della grandezza della Bergamo del pallone, che rivaluta o sforna in proprio giocatori di levatura internazionale facendoci pure dei bei quattrini, perché siamo nel calcio business e mica alla fiera dell’idealismo. Del resto lo sport vive di emozioni forti, a volte laceranti, ancora e nonostante tutto. E allora, se rendez-vous con l’ex o gli ex sarà, non avremmo che da sistemarci comodi in poltrona. Con l’orgoglio nel cuore di aver dato o ridato al mondo due campioni che qui ne hanno lasciato ben più di un pezzo.

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