Dopo mesi a cercare di individuarne l’erede, l’anti Papu e il dopo Papu s’è manifestato con la doppietta in semifinale. Atalanta dal 10 al 32
Dal 10 al 32 in una sola serata. Magica, come l’Atalanta ci ha abituato da tempo. L’asse con Robin Gosens e Duvan Zapata sul primo gol, il bis nel primo tempo per stordire un avversario rientrato in partita per poco nella ripresa, per poi imbracciare la doppietta mettendo il sigillo di ceralacca sulla pratica imbustata della chance per il primo obiettivo stagionale raggiungibile, in combinazione con Josip Ilicic e l’apripista ancora a sfornargli l’assist per assecondarne il secondo e ultimo inserimento coronato dal successo. A Matteo Pessina, per prendersi la squadra orfana del Papu Gomez suturandone forse definitivamente la ferita dell’addio ancora aperta e bruciante, togliendovi il troppo sale di contorno, è bastato il pepe della semifinale di Coppa Italia col Napoli. Dove è stato quasi perfetto anche nel primo dei suoi compiti da soldatino di qualità rotto a ogni impresa, ovvero contenere il portatore di palla nemico, quel Bakayoko perso di vista soltanto in occasione del dimezzamento dello score di Lozano.
PESSINA I, L’ANTI PAPU. Che sia un giocatore dalle caratteristiche totalmente diverse, da mezzala offensiva d’origine, mancino anziché tendenzialmente destro e non certo un’ala o un attaccante convertito per amor di collettivo a tuttocampista, è un dato di fatto e d’origine incontrovertibile. Un leader col saio, forse, nel senso che non aspirerebbe mai caratterialmente a fare il gallo nel pollaio né alzerebbe la cresta davanti a chi gli affida la delicata posizione dietro le punte per colmare il buco, pardon la voragine soprattutto emotiva del divorzio col campione eponimo di una mini epoca leggendaria. Matteo I da Monza, issatosi sul trono della Regina delle Provinciali grazie a due acuti per nulla assomiglianti ad altrettanti assolo, proprio perché figli della coralità, del gruppo, della suddivisione delle fatiche, non è l’erede del capitano detronizzato e finito a Siviglia, tra l’altro un non improbabile ed eventuale avversario ai quarti di Champions League. Piuttosto, un anti Papu, perché nominalmente calpesta la stessa zolla pur evitando di gestire le operazioni in prima persona singolare indeclinabile. Sicuramente il dopo Papu.
PESSINA, LA RIVOLUZIONE DEL DOPO PAPU. Forse non tutti i tifosi hanno colto l’eccezionalità della svolta. Lo spartiacque sul piano tattico data ormai da novembre, dopo la manita in faccia dal Liverpool nell’andata del girone D, col dicembre speso a litigare con chi s’è messo in un angolo scavandosi la trincea dell’abbandono. Un centrocampista puro in più, per un reparto più denso, pur non cambiando il modo di giocare, la filosofia del calcio by Gian Piero Gasperini. L’uomo che non ha rivoluto aprire i cancelli di Zingonia a un altro giro in prestito del brianzolo, classe 1997, da lui stesso elevato al rango di semititolare in Nazionale. Con la sempre maggiore propensione a inserirsi per provarci di suo, oltre alle montagne di lavoro sporco di cui è capace, con la tipica costanza e metodicità dei conterranei, razza dedita a costruire e piallare mobili da mattina a sera per poi gustarsi i bolliti a pranzo e cena, Pessina l’ex parcheggiato illustre, in cui il Milan non ha creduto come non aveva creduto in Andrea Petagna e Bryan Cristante (arrivato però qui da cartellinato Benfica), ha firmato il discrimine tra il prima e il dopo. Tra la Gomez-dipendenza e un’Atalanta più da sacrificio, una milizia scelta agli ordini dell’unica voce che conta. Un coro a pelo d’erba che levati, soltanto applausi.
Pessina si merita di godersi questo momento magico. Ha sempre giocato bene, da avversario ci ha sempre dato del filo da torcere.
Questa squadra è sempre di più un gruppo, mi ricorda l’Italia campione del mondo nel 2006 in Germania.
I presupposti per fare bene contro qualsiasi avversario ci sono tutti.
Questa squadra è molto complementare. Tutti insieme hanno raggiunto tali risultati??⚫
PESSINA è un grande giocatore e lo sta dimostrando gioca e fa gioco al contrario del papu che si intestardiva a far giocate singole senza passare la palla, a volte riusciva ma spesso no è innegabile come è innegabile il valore che aveva ma ora basta è storia, una bellissima storia, ma è finita voltare pagina punto
Manca sempre il giocatore che crei l’occasione, quello che scardina le difese quando sono chiuse o che velocizzi la manovra quando fanno ostruzione.
Pessina è un grande centrocampista che sta imparando ad entrare con decisione in area e sa dare un contribuito alla fase di copertura, ma spero di vederlo accanto a Miranchuk
Tutto sommato dobbiamo ringraziare il Papu andandosene ci ha permesso di farci conoscere Matteo Pessima Gasperini in un colpo solo ha riequilibrato e svecciato la squadra due piccioni con una fava , fermo restando sempre grazie Papu Aleandro Gomez
Grande Mister grande Dea grazie
Pessina è Pessina.
Si dovrebbe cercare un esterno offensivo dx per poter giocare con ilicic a sx euna punta
Il Papu ha contribuito ha a fare conoscere l’Atalanta in Europa e non solo.Ora auguro a Pessina di fare altrettanto….ma finitela di seminare zizzania?
Il Mister ha dato responsabilità a Pessina. Questo è il titolo.