
Il fuoriclasse del Real Madrid, assistman della vittoria contro l’Atalanta in Champions, iniziò a far incetta di trofei proprio a Bergamo. Pardon, Alzano
“Agli amici dell’Immacolata Alzano per il loro centenario in ricordo del primo trofeo vinto”. Più il titolo di miglior giocatore, per inciso. Così recita la dedica al piccolo club dell’oratorio di Alzano Maggiore, fondato nel 1921 e teatro della prima coppa messa in bacheca (1997, un torneo esordienti) di Luka Modric. Della serie, prima scarico a Mendy la palla della vittoria dell’ottavo di Champions contro l’Atalanta e poi omaggio il calcio all’ombra dei campanili che mi lanciò verso la gloria.
MODRIC, DA ALZANO ALLA CHAMPIONS. Ne ha vinte un poker, di coppe dalla grandi orecchie, ma l’asso croato, Pallone d’Oro 2018, vistosi regalare la maglia del centenario dall’Immacolata Alzano, non ha esitato ad autografare la sua numero 10 anti nerazzurra ricordando gli amici di quand’era un ragazzino dello Zadar di belle speranze. L’Eco di Bergamo registra il ringraziamento del presidente neroverde Luca Buzzetti: “Un’emozione fortissima. Noi gli abbiamo fatto avere un ricordo della sua esperienza a casa nostra, lui ci ha contraccambiato un modo sincero e genuino”.
MODRIC E IL CALCIO DA ORATORIO. “Anche Luca Percassi, amministratore delegato atalantino, fa parte di questa incredibile storia – le parole di Maurizio Mangili, 40 anni all’Immacolata Alzano tra campo e scrivania -. La società ha un rapporto diretto con lui perché in gioventù giocò nel settore giovanile”. Nella vicenda dei tre Luca, la scintilla che ha fatto incendiare lo scambi di maglie è stata la citazione del torneo seriano proprio nell’autobiografia di Modric, quello con la k.
