Solo la straordinaria qualità tecnica del Real Madrid consente ali spagnoli di superare un’Atalanta coraggiosa e fantasiosa
Pressing, idee, raddoppi, velocità e attacchi coraggiosi negli spazi non sono mancati alla Dea per impensierire il Real Madrid nella prima mezzora a Valdebebas. Nonostante il rammarico per essere uscita a causa di errori evitabili, la Dea è la formazione italiana più vicina al calcio internazionale. Lo scrive Arrigo Sacchi sulle pagine de La Gazzetta dello Sport, sottolinenando come quella di martedì sera non sia da considerarsi una sconfitta, bensì “una conferma della bontà del lavoro intrapreso da Gasperini e dai suoi ragazzi”.
TRA ITALIA ED EUROPA. La Dea è una delle squadre italiane che più si discosta da un calcio statico, fatto di tatticismi e tanta difesa, e promuove invece ritmo, dominio, velocità, coordinazione e aggressione, con tutti gli 11 in campo che partecipano alla fase difensiva-offensiva. Anche il Real Madrid, purtroppo, martedì ha preso spunto da questo calcio innovativo, collettivo, organico e collaborativo. Il problema è che le altre italiane faticano ad adeguarsi a questa idea di calcio e i risultati in Europa parlano da soli: negli ultimi undici anni mai una vittoria in Champions, mentre la Spagna ne ha conquistate sei.