La gara di Verona ha visto l’ex Genk e Zorja Luhansk molto attivo in ambo le fasi di gioco
Ruslan Malinovskyi non ha vissuto fino al momento un 2020/21 particolarmente esaltante, soprattutto se raffrontato all’ottimo rendimento fatto registrare lo scorso anno, specialmente nell’ambito del post-lockdown, con il picco del rendimento raggiunto con il gran gol da fuori area allo Juventus Stadium. Eppure nella vittoria di ieri è scritta in calce la sua firma, e non solo per la freddezza mostrata dal dischetto, che gli ha permesso di ridurre a semplici chiacchiere le provocazioni di Silvestri precedenti al tentativo di trasformazione.
L’ucraino ha infatti mostrato una propensione alla lotta e al contrasto quasi sconosciuta per i suoi canoni, visto l’ampio lavoro compiuto in copertura nell’oscuramento delle fonti di gioco avversarie, Veloso in primis. Un compito condiviso sull’altro centrocampista, l’ex Tameze, anche da Matteo Pessina, forse facilitato dalla conoscenza pressochè perfetta del meccanismo di Jurić. Tutte indicazioni importanti per Gasperini, che anche per via di questi segnali potrebbe ora ampliare le chance a disposizione dello stesso Malinovskyi, finora schierato dal primo minuto nel 36% delle gare ufficiali. In campionato, però, le sue quotazioni salgono fino al 46%, accompagnato da un 4)% di minuti totali disputati sul totale.
intanto, nonostante i criticoni assortiti, Malinovskyi è da un po’ che è quasi sempre titolare
Se Gasperini lo “coccolasse” la metà di come ha fatto con Ilicic…
e poi, sempre riferito al “conducador”, non piacciono gli uomini
simbolo in squadra,oscurerebbero la sua immagine.