
“Sarei un pazzo a sputare nel piatto dove ho mangiato, solo ho bisogno di un approccio diverso per rendere al meglio”: parla Castagne
Lunga intervista di Timothy Castagne ai microfoni di Sport Footmagazine. L’ex nerazzurro è tornato sui tre anni vissuti con la maglia dell’Atalanta e in particolare con Gasperini: “A Bergamo quando perdi palla non mancano di fartelo notare e a me non è mai piaciuto essere rimproverato. Al Leicester c’è più tranquillità, se sbagli ti incoraggiano. Brendan Rodgers (suo attuale allenatore, ndr) è una persona molto più calma, possiamo discutere, ascolta la nostra opinione. È un metodo che si adatta meglio al mio carattere, visto che per natura sono uno che si fa già mille domande, che quando gioca una bella partita si chiede cosa poteva fare di più”.
Quindi la scelta di cambiare aria: “Son0 rimasto per tre anni all’Atalanta, una bella esperienza. Forse devo imparare ad essere più sicuro di me, ma il punto è che il metodo Gasperini non sempre mi andava bene. È un allenatore che nel corso della partita si arrabbia velocemente, ha molti problemi a controllarsi. Ovviamente tanti giocatori non hanno problemi a riguardo, anche con me questo modo di essere dell’allenatore ha funzionato. Prendo le cose positive dell’esperienza in Italia, ma credo di non essere mai stato al 100% a causa di questo modo di lavorare. Ero lì per crescere e sono cresciuto, mi sono fatto un nome e una reputazione. Sarei pazzo a sputare nel piatto dove ho mangiato, dico solo che per rendere al meglio ho bisogno di un approccio diverso da quello di Gasperini”.
