
Sarebbe Robin Gosens il quarto giocatore del test ultimato dopo l’allenamento, ma il quadro dell’antidoping non è così chiaro. Le carte in tavola
Sarebbe Robin Gosens, racconta L’Eco di Bergamo stamani, il quarto giocatore dell’Atalanta il cui test antidoping a sorpresa, oggetto o quantomeno cornice delle contestazioni mosse al deferito Gian Piero Gasperini dal procuratore antidoping Pierfilippo Laviani, si sarebbe potuto svolgere il 7 febbraio scorso soltanto dopo l’allenamento a Zingonia. Che un tesserato lo svolga al termine della seduta è del tutto lecito. E scatta il giallo.
GASP, GIALLO ANTIDOPING SU GOSENS. La questione in realtà riguarderebbe l’alterco tra l’allenatore nerazzurro e un ispettore che si sarebbe posizionato a bordocampo durante la sessione dei bergamaschi in preparazione alla semifinale di ritorno di Coppa Italia col Napoli. Eppure, nel confermare l’udienza il prossimo 10 maggio davanti al TNA, il dispositivo del deferimento con richiesta di 20 giorni di sospensione, la NADA stessa scrive espressamente di insulti all’ispettore “durante un controllo a sorpresa e inveito contro l’intero sistema antidoping, interrompendo un test in corso su un calciatore dell’Atalanta e obbligando il giocatore ad andare ad allenarsi”. Dov’è, dunque, l’errore?
IL GIALLO GOSENS: LA NORMA. A Gasperini è stato contestato solo l’articolo 3 comma 3 del codice nazionale antidoping, ovvero la “condotta offensiva”, mentre la “mancata collaborazione” è il comma 2. La pena prevista va dal minimo della nota di biasimo a un massimo di 6 mesi senza contatti con altri tesserati. Il patteggiamento, con dimezzamento a 10 giorni, è stato rifiutato dal mister. E in caso di condanna, niente automatismo nella concessione della sospensiva ove richiesta: chiedendo l’appello la squalifica sarebbe comunque immediatamente esecutiva.
GASP: LE TEMPISTICHE. Secondo la Gazzetta dello Sport, il diverbio sarebbe nato per l’insistenza del tecnico a rimandare il riempimento dell’altra metà della provetta del laterale tedesco, che avrebbe avuto difficoltà a fare pipì, a dopo la sessione che era lì lì per cominciare. Notificatogli agli inizi di marzo, il deferimento è sfociato in una memoria difensiva presentata dallo stesso Gasp e dal rifiuto dei 10 giorni da patteggiare: la squalifica sarebbe iniziata il 23 marzo esaurendosi durante la pausa per le Nazionali.
