
L’egoismo da primo della classe di Cristiano Ronaldo e la mancanza di un portatore di palla affidabile, alla Pirlo: la Juventus opposta all’Atalanta è un’incompiuta
Un’incompiuta, zavorrata dall’egoismo di Cristiano Ronaldo che oscura i partner d’attacco e dalla mancanza di un simil Andrea Pirlo in campo a dirigere il gioco. Così L’Eco di Bergamo presenta la Juventus che domenica rende visita all’Atalanta in uno spareggio al sapore di Champions League: la terza ospitata dalla quarta.
LA JUVENTUS E LA POSTA IN PALIO. 61 punti contro 62, più 33 contro più 34 nella differenza reti: le cifre di una sfida equilibrata, che però arriva in coda alle 13 dell’era nerazzurra targata Gian Piero Gasperini contraddistinta da una sola vittoria nello scontro diretto: il quarto casalingo di Coppa Italia del 30 gennaio 2019. Uno dei due scontri di vertice per le posizioni dietro l’Inter capolista, impegnata in casa del Napoli quinto, col Milan secondo a ospitare il Genoa, la Lazio col Benevento e la Roma a Torino. Al Gewiss Stadium è la classica partita da 6 punti, coi padroni di casa capaci di rosicchiare alla contendente 5 lunghezze nelle ultime 10 giornate.
RONALDO, FORZA O LIMITE? Ko per quattro volte nell’anno nuovo, perfino col Benevento in casa a ruota di Inter, Napoli e Porto, i campioni d’Italia anche in ciò sono simili ai bergamaschi, battuti due volte dal Real Madrid, dalla Lazio e dalla capoclassifica. A centrocampo l’incompiuta del nuovo corso difetta proprio di un Pirlo: non esiste un playmaker tra Bentancur, Arthur, McKennie, Rabiot e Ramsey, tanto che in quel ruolo è stato riciclato il difensore Danilo. Davanti Federico Chiesa, 7 gol e 7 assist, va forte; Alvaro Morata da 8+9, Dejan Kulusevski limitato a 4 (da esterno alto, però) e Paulo Dybala a 3 (in 13 match). L’impressione è che CR7 col suo egoismo da 25 reti solo in A sia un limite alla crescita altrui.
