Non solo Pessina: il 21 aprile è anche il compleanno di Maurizio Schincaglia, talentuoso mancino che crebbe col Gasp e giocò sotto Titta Rota

Il 21 aprile non è soltanto la festa di compleanno di Matteo Pessina, uno fra gli eroi dell’Atalanta di un presente alle stelle e di un futuro reso nebuloso dal rischio di scisma con le Big 12 della Superlega europea. Se il brianzolo ne fa 24, attraversa il traguardo numero 62 con l’anagrafe Maurizio Schincaglia, mancino pure lui, recentemente riaffiorato dai ricordi di Gian Piero Gasperini, settimana scorsa, alla vigilia dell’ospitata alla Juventus. Perché i due crebbero praticamente insieme nel settore giovanile bianconero e insieme batterono proprio la Dea nella doppia finale del campionato Allievi Nazionali nel 1975. Nella stagione 1979-1980 il fantasista offensivo-attaccante di Codigoro, Delta del Po ferrarese, si sarebbe infatti ritrovato a Bergamo in serie B agli ordini di Titta Rota.

SCHINCAGLIA, ALLIEVO COL GASP. Il Gasp ne ha rammentato i due gol decisivi, uno all’andata con Capuzzo e l’altro nell’1-1 al ritorno al vecchio Comunale, diecimila presenti e Tribuna Giulio Cesare piena. Ne avrebbe segnato giusto uno in più coi colori nerazzurri, nel solo mese di ottobre, il 14 nel 2-0 alla Sambenedettese e il 28 con la doppietta nel 3-1 alla Ternana, da ex. Sempre in casa, sempre sotto la Maresana. 14 partite in cadetterìa e 3 di Coppa Italia, 6 da subentrato, numero 7 ove titolare, da seconda punta sostanziale, perché l’11 era Ezio-gol Bertuzzo e il 9 il genio assoluto, Augusto “Gusto Gol” Scala. Quindi il giro d’Italia, cominciato nello Juniorcasale nel ’77 a metà del guado di un’annata e mezza nella prima squadra bianconera con Giovanni Trapattoni (scudetto e Coppa Uefa) da 8 match e 2 reti in Coppa Italia a Taranto e Milan e proseguito nell’estate del 1978 nella Cremonese con altri atalantini come Fulvio Bonomi, Enzo Donina ed Emiliano Mondonico. Di nuovo la piccola capitale italiana del cemento, Forlì, Imperia, Vicenza, Treviso, Giarre, Pistoiese e Nizza Millefonti le altre tappe da calciatore.

SCHINCAGLIA, L’EMULO DEL GASP. Ritiratosi a 35 anni, Schincaglia inizia proprio come l’amico Gasp ad allenare nel settore giovanile della Juve. Una trafila dai Giovanissimi alla Primavera, guidandola al Trofeo Dossena nel 2010, passando per gli Allievi e la Berretti. Qui, gioie sportive e dolori sul piano umano. Nella stagione 2003-2004, lo scudetto di categoria battendo in semifinale la Fermana e in finale il Guidonia Montecelio. Il 15 dicembre 2006, la tragica fine nella vasca pluviale del centro sportivo di Vinovo di due suoi giocatori, Alessio Ferramosca e Riccardo Neri, gli “Ale e Ricky” cui è intitolato il campo del vivaio. Al piano di sopra, poca fortuna: per breve tempo, nel 2012, nello staff tecnico di Ciro Ferrara alla Sampdoria, quindi vice di Marco Sesia (2014) al Barletta e altre avventure in provincia, in Piemonte, nella Orizzonti United e ultimamente nel Cigliano. Auguri.