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Beppe Biava dice 44: atalantino solo a fine carriera

Tecnico da un quadriennio nelle giovanili dell’AlbinoLeffe, la sua rampa di lancio da difensore maiuscolo, il compleanno atalantino di oggi sul campo lo è stato per una sola stagione: l’ultima

Tra i vari Bellini, Benalouane, Cherubin, Masiello e Stendardo nessun veterano avrebbe mai strappato tanto minutaggio quanto lui. 180 centimetri di difensore centrale, asciutto, veloce, applicato sull’uomo come un’etichetta col bioadesivo e furbo come una faina. Meno tecnico del fratello Thomas, tutt’altro ruolo, che da professionista non ha mai giocato. Giuseppe Biava da Cenate Sotto, 44 candeline da spegnere sabato 8 maggio 2021, è un animale da calcio di quelli rari. Un atalantino che nell’Atalanta ha avuto il piacere e l’onore di giocare una sola stagione: l’ultima di una grande carriera. Pericoloso da palla inattiva, 23 palloni in porta in 585 match, a Bergamo se ne ricordano un paio: 2014-2015, ricongiuntosi con Giulio Migliaccio e Cristian Raimondi rinverdendo i tempi di Palermo, al Cagliari (2-1) e da ex alla Lazio, in 21 presenze nerazzurre di cui 15 su 18 in campionato da titolare più 3 nel trofeo della coccarda. Un’annata da quart’ultimo posto a 37 punti, iniziata con Stefano Colantuono e terminata da fine inverno in avanti con Edy Reja.

BIAVA, L’ATALANTINO DI MARCA (ALBINO)LEFFE. Biava, nelle tre annate precedenti – a ruota dell’esordio trentanovenne alla guida della Juniores del Pontisola – allenatore della Berretti dell’AlbinoLeffe, sua vera rampa di lancio a pelo d’erba fra tacchetti e attrezzo di cuoio, adesso lo è della formazione militante in Primavera 3. Dall’estate del 2008 al gennaio 2010, anche l’incrocio con l’attuale profeta della Dea, Gian Piero Gasperini, nella retroguardia del Genoa (Matteo Ferrari, Salvatore Bocchetti, Mimmo Criscito largo a sinistra) versione Europa League con Thiago Motta e Diego Milito, eliminato all’ultimo tuffo del girone dal Valencia. La prima tappa da giocatore per il nativo di Seriate è l’Albinese, dopo il settore giovanile nel Leffe. Dal ’95 al ’98, con promozione in C2 annessa sotto mister Marco Falsettini, prima della fusione col club del suo vivaio e altre due storiche promozioni (in C1, nel ’99, con Oscar Piantoni) fino alla serie B (Elio Gustinetti) nella primavera del 2003 dopo aver vinto la Coppa Italia di C nel 2002 di ritorno dalla parentesi di Biella.

BIAVA, L’EROE DEI DUE MONDI. Nel Palermo, anno domini 2004, il grande salto in serie A, raggiunto dal CR77 da Sedrina, suo compagno in bluceleste e adesso nello staff del Gasp. In rosanero, allenato anche da Gigi Delneri e dal Cola, gioca con Caracciolo, Corini, Cavani e col quintetto di campioni del mondo azzurri (Germania ’06) Toni-Barzagli-Zaccardo-Grosso-Barone. Riscoperta in riva alla Laterna l’Europa già assaggiata due volte in Uefa all’ombra del Monte Pellegrino, nella sessione invernale del 2010 finisce alla Lazio per altri tre giretti pieni su quattro in EL insieme ai vari Candreva, Mauri e Klose, con Ballardini, Petkovic (Coppa Italia 2013) e il Vecio di Lucinico, poi ritrovato a Bergamo come Scaloni e Stendardo, a dirigere dalla panchina. L’ultima corsa di Beppe Biava, campione dentro e fuori.

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2 anni fa

Tanti auguri

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2 anni fa

AUGURI

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2 anni fa

AUGURllll BUON COMPLEANNO

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2 anni fa

Augurissimi

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