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Il Messi dell’Italia della passione: “Un ragazzo in gamba” (fotogallery)

La magia semplice degli esempi e delle lezioni di sport e vita di Francesco Messori, capitano dell’Italia Amputati, raccontata dalla prof. Francesca Soli, autrice della fotogallery

Quando Francesco Messori entra, la palestra della scuola media di Ardesio è avvolta in un silenzio surreale. Tre dozzine di adolescenti, solitamente in grado di produrre centinaia di decibel, se ne stanno seduti sulle panchine.

Zitti e buoni, come dicono i Maneskin. E fermi. Zitti, buoni e fermi.

Cotanto miracolo didattico non è frutto di chissà quale metodo pedagogico rivoluzionario, anzi. Gli insegnanti assistono quasi con preoccupazione, temendo la deflagrazione da un momento all’altro. E invece i ragazzi restano lì, seduti e quasi intimoriti, ad ascoltare una storia di vita, talmente incredibile da sembrare fantasia, talmente emozionante da riuscire a silenziarli.

Francesco Messori è così. Racconta la sua storia di calciatore sul filo dell’ironia, “in fondo è solo una gamba di meno”.

Perché Francesco è nato senza la gamba destra. Eppure, ha voluto coronare il sogno di prendere a calci un pallone come i suoi coetanei, dapprima in una squadra di normodotati per concessione regolamentare del Centro sportivo Italiano, e poi con chi dalla vita ha preso schiaffoni, nascendo con qualcosa di meno, oppure trovandosi in quella condizione per colpa di un incidente o una malattia.

“Avevo 13 anni quando aprii il gruppo su Facebook cercando amputati come me. Volevo confrontarmi su un rettangolo da calcio con altri ragazzi nella mia condizione. Ho scritto e la risposta è stata immediata, tanto che nel giro di poco abbiamo fondato la Nazionale Italiana di Calcio Amputati.

Parla da veterano, ma di anni ne ha appena 22. Emiliano di Correggio come l’illustre concittadino Ligabue e un’esperienza di vita, personale e sportiva, da poter riempire le pagine di un libro (Mi chiamano Messi, come il suo idolo argentino).

Europei, Mondiali in Messico, Champions League, confrontandosi sempre con le migliori squadre del mondo. Ma anche una conferenza al Palazzo delle Nazioni Unite su invito di un certo Marco Tardelli, innamorato della forza di Francesco, o l’incontro con Papa Bergoglio in una piazza San Pietro gremita. “Volevo regalargli la fascia di gioco, da capitano della nazionale amputati a capitano della Chiesa cattolica. Ero talmente emozionato da non riuscire a slacciarla, è stato lo stesso Pontefice con l’aiuto di Bruno Pizzul ad aiutarmi nell’impresa”.
Una storia pazzesca, nata per caso grazie ai social ma mai ostacolata dai genitori, che anzi hanno sempre sostenuto i sogni del figlio.
D’altronde, la mamma Francesca è la prima tifosa e la prima a non essersi persa d’animo quando, all’ultima ecografia sul finire dell’ottavo mese di gestazione le comunicarono che il figlio sarebbe nato con una gamba in meno. “Vorrà dire che metterò al mondo un ragazzo in gamba”. Letteralmente.

Poi la timidezza dei ragazzi lascia spazio alla curiosità. Tante domande su regolamento, competizioni, emozioni.

“Sei mai stato vittima di bullismo?”, chiede un allievo. Facile pensarci in un mondo in cui il “diverso” spesso è visto con ostilità. Ma ancora una volta la risposta spiazza: “I miei genitori mi hanno insegnato a valorizzare la mia condizione. Per questo sono io il primo che si pone allo stesso livello degli altri, sorridendo, scherzando, giocando. E quando i ragazzi, anche a scuola, capivano che io non mi sentivo diverso era facile andare d’accordo con tutti. Bastava sorridere”.

Le domande diventano un fiume in piena, come la richiesta di autografi, firme, selfie. Tanti regali anche da parte dell’amministrazione comunale e della Pro Loco di Ardesio, fra cui l’ambitissimo vasetto di aria di Ardesio, il vero must have dell’estate 2021 offerto a Francesco dal Presidente della Proloco Gabriele Delbono. E disegni delle ragazze, ritratti, magliette firmate. Qualcuna più coraggiosa azzarda anche un bigliettino con un messaggio d’amore, perché Cupido quando colpisce non lascia scampo.

L’iniziale silenzio si trasforma in entusiasmo, con la consapevolezza di aver avuto in dono un’ora di lezione di vita che vale forse molto più di tante ore di teoria passate in classe e sui libri.

“Ragazzi, ricordatevi sempre che nessuno può farvi sentire inferiori. Avrete momenti difficili o di tristezza o problemi di salute, ma non permettete mai a nulla di ciò che vi potrà accadere di influire sulla vostra vita in modo negativo. La vita è piena di cose belle e sta a voi trasformare una sfida in un’opportunità. In fondo, è solo una gamba di meno”.

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